Il consiglio di stato si è espresso sul ricorso presentato dal consigliere di forio stani verde contro l’approvazione della delibera di bilancio da parte del consiglio comunale, avvenuta con il voto determinante del sindaco del deo. Il consiglio di stato ha respinto il ricorso, ritenendo l’insussistenza di un grave danno ed irreparabile per stani verde, nell’esercizio del suo ruolo di consigliere comunale.
“Questa ordinanza apre, a mio avviso, significativi spiragli per il prosieguo del giudizio e rappresenta un importante passo avanti rispetto alla decisione del TAR che aveva anticipato, sulle questioni sollevate, valutazioni di merito per nulla condivisibili e non in linea con gli orientamenti consolidati della giurisprudenza amministrativa. – commenta l’avvocato bruno molinaro –
Il Consiglio di Stato, infatti, non ha affermato che il Sindaco ha diritto di voto in materia di bilancio di previsione, né ha affermato che lo stesso è da annoverare tra “i consiglieri assegnati”.
Il Consiglio di Stato non ha nemmeno affermato che, nella specie, è stato osservato l’obbligo del “quorum strutturale” ai fini della validità della seduta nella quale il documento contabile è stato approvato, né ha speso una sola parola sulla efficacia della seconda delibera che avrebbe, secondo la difesa del Comune, sanato i vizi della prima.
Dunque, nessuna ipoteca pregiudizievole sul merito della causa.
Il Consiglio di Stato ha solo negato la tutela cautelare perché, con laconica motivazione, ha ritenuto l’insussistenza, in capo a Stani Verde, di un danno grave ed irreparabile correlato all’esercizio delle sue prerogative di consigliere comunale.
Se il Verde non ha subito danno secondo i giudici (ma l’affermazione non convince se si considera che l’annientamento delle prerogative del consigliere comunale si traduce nella “uccisione” del ruolo stesso, di matrice costituzionale), è, tuttavia, difficile sostenere che non vi sia stato pregiudizio per l’interesse pubblico al corretto e proficuo esercizio del potere rappresentativo: interesse pubblico legato soprattutto all’esigenza di evitare che l’approvazione di un documento fondamentale per la vita dell’Ente, quale è il bilancio di previsione, avvenga in modo illegittimo, con conseguenti inevitabili ripercussioni per la comunità amministrata anche in rapporto alla futura attività economico-finanziaria e alla gestione pianificata delle entrate e delle spese”.
