Sulla vicenda degli alberghi sequestrati a Forio è intervenuto il Consigliere comunale di PCIML, Domenico Savio.
“E’ di questi giorni la notizia che la Magistratura ha proceduto al sequestro di alcuni alberghi con annessi stabilimenti termali per lo scarico nella fogna, e dunque a mare, di liquami inquinanti. Altre strutture alberghiere e termali potrebbero subire quando prima la stessa sorte. Centinaia di lavoratori hanno già perso il posto di lavoro e altre sono in pericolo di perderlo.
Nell’isola d’Ischia, ma un po’ in tutto il Mezzogiorno d’Italia e anche in tante altre parti del territorio nazionale, è da circa 50 anni che si parla di progettazioni e di finanziamenti per un efficiente sistema fognario e di depurazione delle acque reflue, ma siamo ancora all’anno zero, così come nel settore della difesa del suolo dagli smottamenti e franamenti e delle erosioni delle coste dalle mareggiate. La soluzione del problema non può essere giudiziaria, ma esclusivamente politica e dipende unicamente da un diverso comportamento politico ed elettorale delle popolazioni, che sino ad oggi col potere politico e amministrativo votato ed eletto si sono rese complici dirette della situazione di degrado ambientale che siamo costretti a vivere.
Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio di quelli ’80 del secolo scorso i Comuni isolani si fecero sfuggire l’occasione, finanziata dall’ex Cassa per il Mezzogiorno, del mega-depuratore collocato, dopo dure lotte popolari, nei canali di Mezzavia tra Lacco Ameno e Forio e un altro impianto più piccolo a Barano d’Ischia. Fu una scelta politica sciagurata e interessata generata dalla politica delle amministrazioni locali del tempo per mettere le mani sui finanziamenti e i lavori da effettuare. Ciò comportava la realizzazione di sei piccoli depuratori, uno per ogni Comune, poi ridotti a quattro e ultimamente a tre, localizzati a Forio centro, pure per Serrara Fontana, a Casamicciola-Lacco Ameno e a Ischia, anche per Barano.
Al momento solo quello di Ischia è in costruzione da tantissimi anni ed è difficile prevederne il completamento, mentre per gli altri due è arduo ipotizzarne la realizzazione. Un territorio come quello dell’isola d’Ischia, privo di depuratori efficienti, dove gli scarichi delle industrie alberghiere e termali vengono considerati domestici dalla normativa nazionale e, di conseguenza, senza obbligo di depurazione primaria, mentre la legislazione regionale li definisce industriali, e dove si parla anche di sversamenti direttamente a mare è impossibile definirlo pulito.
In tale deprecabile situazione di inquinamento territoriale, che tanto danno arreca alla nostra salute e all’economia turistica dell’Isola e che richiede, giustamente, l’intervento e l’azione della Magistratura, si inserisce il dramma della conseguente disoccupazione per centinaia di lavoratori stagionali.
E’ possibile coniugare il diritto al lavoro e la difesa dell’ambiente, basta che le istituzioni preposte lo vogliano e lo impongano”.