Domani alle ore 16 si terrà presso il Bar Calise di ischia un incontro del Comitato per il diritto alla mobilità ed alla continuità territoriale;
si parlerà delle problematiche e delle prospettive possibili per uscire dall’attuale pantano dei trasporti marittimi – spiega Nicola Lamonica – I problemi di fondo che danno vita all’iniziativa sono vecchi problemi che affliggono l’utenza giorno dopo giorno, nei periodi di bassa stagione in modo particolare, quando i servizi minimi vengono abbandonati o saltati; quando l’attenzione delle Autorità preposte al controllo nulla fanno per denunciare l’interruzione di pubblico servizio; quando le condizioni meteo mettono in evidenza tutta la fragilità di un’organizzazione a terra che è e rimane da terzo mondo. Nel detto periodo sopravvive una sorta di deleteria rassegnazione collettiva a cui pure bisogna opporsi!
In questo scenario c’è chi dovrebbe garantire otto corse su Pozzuoli e ne garantisce solo la metà, tre corse da Napoli e ne garantisce solo una e che crea un disservizio ( in parte compensato dall’offerta Caremar ) che crea danni economici e costringe gli autotrasportatori che rientrano a vivere ore ed ore sulle banchine in uno ad un pendolarismo tra Napoli e Pozzuoli e viceversa, spesso inutile, alla ricerca della nave che li possa far tornare sulle isole. C’è anche il problema dei pendolari al Beverello costretti, in assenza di corse interrotte per cause meteo marine, ad utilizzare una navetta che ha un capolinea lontano ed irraggiungibile quando incalza la pioggia in uno al vento. Naturalmente ci fermiamo e non affrontiamo le situazioni sugli altri scali solo per economia di spazio.
Che vergogna! E la vergogna non investe solo il livello politico regionale ( che ormai è un dato di fatto! ) ma più di tutto quello istituzionale locale; di chi Sindaco o Assessore coltivandosi esclusivamente il proprio orticello nulla fan per emergere da un nullismo istituzionale di cui è nel contempo artefice e vittima.
Ma vie è di più! Vogliamo discutere di diritti negati ed interrogarci, prima ancora che ne parli la cronaca delle sciagure navali, se l’attuale qualità dei mezzi in esercizio è in grado di affrontare le emergenze navali, se è vero come è vero che il nostro naviglio è vecchio e spesso in avaria; se è vero come è vero che i turni di lavoro sono stressanti per alcuni equipaggi e che l’emergenza non fa preavvisi e non possono essere risolte con l’improvvisazione e con la stanchezza addosso; se è vero come è vero che gli interessi della società con la riduzione delle tabelle di armamento come è accaduto per la Caremar cozzano con la sicurezza e gli interessi collettivi. In ciò c’è il nostro richiamo a politiche di concretezza; a superare la fase degli accordi di sottomissione con gare che non siano a favore di un armatore e/o di un gruppo, che siano europee e che garantiscano il diritto alla mobilità, la pluralità dell’offerta e la sicurezza con una Carta dei Servizi che non sia emanazione di parte ma garantisca continuità territoriale e qualità dell’offerta di cui la sicurezza è parte dominante.
E’ sbagliato tutto ciò? L’arroganza del Ricorso al Consiglio di Stato, in predicato da parte della Regione ( a cui alcuni imprudentemente voglio dare sostegno! ), contro la sentenza a dir poco provvidenziale e costruttiva del Tar Campania ( un provvedimento che non ha fatto altro che richiamare alla legalità scelte e procedure messe sotto i piedi da una politica regionale arrogante e miope ) va nella direzione giusta? o piuttosto offende ancora una volta l’intelligenza della gente e la soluzione dei problemi? No, cari concittadini, lo stare a guardare non è ulteriormente possibile! Occorre la V/ presenza ed il V/ impegno di cittadini perché si rivoluzioni la politica regionale; perché l’Ass.re di turno ci dia servizi minimi garantiti per tutte le stagioni e ci dia servizi obbligatori a complemento dei precedenti, ci dia il diritto di cittadinanza anche dal punto di vista tariffario con l’Unico terra-mare ed instauri una politica di concorrenza che faccia giustizia delle lottizzazioni in atto.
Lo stare insieme nel Calise d’Ischia e nelle piazze, oltre che nelle istituzioni se si apriranno alla democrazia, è la prova del nove di quanto uno si senta cittadino delle isole e della Campania .