DOMANDE SCOTTANTI SULLA LEISHMANIOSI CANINA E…. FELINA!

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Rubrica della dott. Maria Pagano, veterinaria. La leishmaniosi è un’infezione parassitaria cronica, potenzialmente letale, veicolata dal flebotomo o pappatacio, una sorta di “zanzarina” che misura circa 3 mm e che è molto attiva dal tramonto all’ alba. Se riconosciuta e trattata precocemente, le aspettative di vita per i nostri animali sono ottime. Altre possibili vie di contagio sono le trasfusioni di sangue e gli accoppiamenti.
Ci tengo a sottolineare che i nostri animali, quando malati, non sono un pericolo per noi, anche se viviamo a
strettissimo contatto con loro. Infatti l’uomo può contrarre questa patologia esclusivamente attraverso la
puntura del flebotomo.


LA LEISHMANIOSI PUO’ COPLIRE ANCHE I GATTI?
SI! Ben 7 studi scientifici svolti in Italia e Spagna, evidenziano una prevalenza maggiore al 25%. Mentre in
passato la leishmaniosi felina, è stata considerata a lungo sporadica, ritenendo che il gatto fosse resistente,
oggi si sospetta che sia in realtà sottodiagnosticata, poiché i gatti ricevono meno cure mediche dei cani, e
poiché spesso la malattia è mascherata e accompagnata da altre patologie, soprattutto quelle che causano
immunodepressione, come il virus FIV e FELV.


I sintomi più comuni sono lesioni cutanee, linfonodi aumentati di volume e ipergammaglobulinemia, lesioni
oculari e orali, proteinuria, anemia non-rigenerativa. La diagnosi si effettua, come per il cane, mediante
esami di laboratorio (IFAT, ELISA), e la terapia, empirica, impiega gli stessi farmaci previsti per la
leishmaniosi canina. Gli studi scientifici sono ancora in corso.
COME SI DIAGNOSTICA LA LEISHMANIOSI E COME CAPIRE QUALI SONO LE ASPETTATIVE DI VITA PER IL MIO
CANE?
La leishmaniosi canina si diagnostica con un esame del sangue che valuta la titolazione di anticorpi anti-
leishmania (esami di laboratorio: IFAT o ELISA). E’ importantissimo effettuare questo test una volta l’anno
in tutti i cani, anche in quelli che sembrano perfettamente sani, in modo da effettuare una diagnosi
precoce. In questo modo, le aspettative di vita sono ottime, ed è addirittura possibile, anche se molto raro,
ottenere la negativizzazione sierologica del soggetto. Nella mia pratica clinica quotidiana, questa
soddisfazione mi è capitata, finora, due volte!
Le aspettative di vita per i nostri amici a quattro zampe sieropositivi, dipendono dalla stadiazione della
malattia, che è stata classificata in 4 stadi, in base alla gravità.
La stadiazione va valutata insieme al veterinario curante, tenendo conto dei sintomi clinici, delle alterazioni
ematologiche, di eventuali complicazioni renali o autoimmuni. Gli stadi 1-2 hanno prognosi favorevole, lo
stadio 3 prognosi riservata, lo stadio 4 prognosi infausta.
CHE FARE SE IL MIO CANE E’ SIEROPOSITIVO?
Se il cane è sieropositivo ma è asintomatico e con parametri biochimici, emocromo, ed elettroforesi delle
proteine sieriche nella norma, può ripetere il controllo dopo 3 – 6 mesi.
Nella mia pratica clinica consiglio vivamente, in questa fase, il trattamento con terapie immunomodulanti,
come previsto nelle linee guida sul trattamento della leishmaniosi.
Se invece ci sono sintomi clinici o alterazioni ematologiche, è necessario aggiungere la terapia
farmacologica, e bisogna calendarizzare i controlli con una frequenza diversa.
COSA SONO LE TERAPIE IMMUNO-MODULANTI?
Le terapie immunomodulanti attualmente riconosciute sono il domperidone, e alcune specifiche
associazioni di vitamine, che stimolano le difese immunitarie in modo da contrastare l’infezione. Le terapie immunomodulanti sono addirittura impiegate in una strategia di prevenzione, in associazione a repellenti
antiflebotomo e ai vaccini
IL VACCINO E’ CONSIGLIATO?
Il vaccino è consigliato perché anche se non protegge dall’infezione, riduce notevolmente il rischio di
contrarre una forma grave.

Ambulatorio veterinario dott.ssa Maria Pagano,
tel. 3405448491
via Fondo Bosso 14 Ischia.
Medicina generale
Chirurgia dei tessuti molli sia di base che specialistica
Diagnostica ecografica,
Radiologia,
Ematologia.