E’ in arrivo entro l’inizio della prossima settimana il decreto ministeriale che darà il via libera al fermo pesca 2017.
Il tradizionale blocco delle attività della flotta da pesca italiana inizierà il 31 luglio lungo la costa Adriatica da Trieste ad Ancona; il tratto Brindisi – Civitavecchia, che comprende il mar Tirreno con le isole di Ischia e Procida, sarà interdetto alla pesca dall’11 settembre al 10 ottobre.
E’ un provvedimento istituito dal Governo che regola la pesca durante i periodi riproduttivi dei principali prodotti ittici, bloccando le attività in base ad un calendario che coinvolge via via tutte le coste del Paese. Lo ha stabilito il Ministero delle Politiche Agricole in una riunione con le Regioni, le Associazioni nazionali di categoria e le Organizzazioni sindacali di settore. ”E’ stato raggiunto un grande risultato in modo collegiale – spiega all’ANSA il Sottosegretario Giuseppe Castiglione – nelle prossime ore mi consulterò con la Commissione Europea per poi firmare inizio settimana prossima il decreto ministeriale”. Al vaglio di Bruxelles anche la valutazione di compatibilità per i piani di gestione, gli stessi utilizzati negli anni passati ancora validi pur se in regime di proroga. Il fermo pesca si concentra principalmente sui determinati sistemi di pesca, reti a strascico, reti a divergenti e reti volanti, per garantire la salvaguardia della fauna marina. Il calendario concordato prevede: nel tratto da Trieste ad Ancona dal 31/7 al 10/9; da San Benedetto del Tronto a Termoli dal 28/8 all’8/10; da Manfredonia a Bari dal 31/7 al 10/9 per le unità inferiori ai 12 metri; sempre da Manfredonia a Bari dal 31/7 al 29/8 con l’aggiunta di 10 giorni lavorativi di fermo anche non consecutivi entro il 31 ottobre; da Brindisi a Civitavecchia dall’11/9 al 10/10 e da Livorno ad Imperia dal 2 al 31/10. Quanto alle indennità è prevista l’attivazione della misura sociale straordinaria che dispone, per il solo 2017 e nel limite di 11 milioni di euro.
Sull’argomento a metà giugno si era riunita a Roma la Giunta di Federpesca, anche per affrontare le persistenti difficoltà del settore. La giunta ha assunto all’unanimità una posizione netta sulla prospettiva di reiterare nell’anno in corso un ulteriore periodo di fermo biologico, senza che siano state corrisposte alle imprese le indennità loro dovute per il fermo osservato obbligatoriamente negli anni 2015 e 2016. “Un ritardo inaccettabile, frutto di impreparazione ed improvvisazione nel gestire un meccanismo, quello previsto dalle norme comunitarie sin dal 2014, che porta all’esasperazione le imprese destinatarie della misura” dichiara Luigi Giannini, presidente della Federazione, a margine della riunione.
“L’interruzione prolungata dell’attività di pesca, imposta nello scorso biennio attraverso il fermo biologico ed il fermo tecnico, ha costretto le aziende a sopportare comunque i costi di armamento del peschereccio, anche in considerazione del ritardo e delle inefficienze derivate dalla corresponsione delle indennità di Cassa Integrazione per gli equipaggi”. Non quest’anno, sostiene con forza la Giunta di Federpesca: nessuno potrà impedire il disarmo generalizzato delle unità da pesca destinatarie della misura, se gli armatori non incasseranno prima le indennità attese da ben due anni.