CRISI IDRICA A FORIO E SERRARA, UNO SFORZO ECCEZIONALE HA EVITATO IL DISASTRO

Della crisi idrica che ha interessato dapprima il territorio di Forio e quindi quello di Serrara Fontana quest’organo di informazione ha già parlato negli ultimi giorni, facendo peraltro seguito ad una trasparente opera d’informazione da parte dell’EVI. Quello che non si sa è che, in realtà, tutto quanto coscienziosamente previsto nella tabella di marcia dei lavori è improvvisamente saltato e che si è dovuti ricorrere ad uno sforzo straordinario per impedire che il fine settimana del 6 e del 7 settembre 2014 entrasse nella storia dell’isola d’Ischia come “la grande sete che colpì dopo il mese di agosto”…

Ricapitoliamo in breve la vicenda. Una grossa condotta idrica di adduzione, del diametro di 500 millimetri, si rompe lungo la Strada Borbonica, nei pressi dell’hotel Magno. La condotta rappresenta un tratto della grande dorsale settentrionale, realizzata dall’EVI nel 2000: un circuito vitale per approvvigionare i Comuni di Forio e Serrara Fontana. Tecnici ed operai dell’EVI, unitamente ad una ditta specializzata, la Brumar, intervengono subito. C’è bisogno però di un pezzo speciale, che viene commissionato ad una fabbrica di Milano. Nel frattempo viene riattivata la vecchia condotta, fortunatamente ancora funzionante, ma di diametro pari alla metà della nuova e, quindi, molto meno efficiente a fronte delle esigenze. Però fabbriche ed officine hanno appena ripreso il lavoro dopo la pausa agostana, per cui hanno già degli arretrati da smaltire. La fabbricazione del pezzo prende dunque qualche ora in più del previsto, ma si prevede che arrivi ad Ischia sabato mattina.

Nel frattempo l’erogazione idrica è ridotta ai minimi termini per risparmiare le riserve: poche ore al giorno per consentire ai cittadini di riempire le cisterne. Ma in alcune zone l’acqua quasi non arriva a causa della pressione bassa. Come se non bastasse, cominciano ad andare in crisi anche Panza, Serrara Fontana e S. Angelo. Nonostante questo, i serbatoi della Regione Campania e dell’EVI sono quasi del tutto vuoti.

Ed ecco la doccia fredda: il pezzo commissionato per la riparazione arriva a Napoli soltanto venerdì a tarda sera. La distribuzione di questo tipo di prodotti è ferma nei giorni di sabato e domenica e quindi, sulle spalle dell’azienda idrica ischitana, cade un macigno inaspettato: non è possibile procedere alla riparazione della condotta, prevista per sabato mattina, 6 settembre. Si dovrà aspettare lunedì.

I cittadini sono al limite, gli alberghi sono a secco, ristoranti e bar sono sull’orlo di una crisi di nervi. Si rischia il disastro. Urge uno sforzo straordinario, un impegno eccezionale. L’ing. Franco Trani, responsabile dell’Area Tecnica dell’EVI, contatta il fabbro Michele Iacono e gli espone il problema. Questi, con il figlio Gianluca, si mette subito al lavoro insieme a Bruno Galano dell’impresa Brumar. Un pezzo speciale provvisorio (in attesa di applicare quello definitivo quando arriverà ad Ischia) viene realizzato a tempo di record, con ritmi serrati.

Quindi, tutti presenti e sotto la direzione tecnica dell’ing. Trani, lavorando nella notte tra sabato e domenica, alla luce delle fotoelettriche, il “collare” viene applicato alla condotta danneggiata. Alle 3.30 del mattino di domenica il funzionamento della condotta è ripristinato. Abbiamo creduto che fosse giusto rendere nota questa vicenda innanzitutto per dovere d’informazione, ma anche per sottolineare quella storia di eccellenza per le professionalità dell’isola d’Ischia.

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