Siamo al bivio tra un lento ma inesorabile declino o un nuovo rinascimento come nel dopoguerra; e dobbiamo uscire dalla cultura prevalente nel nostro Paese del dire rispetto al fare, della parola rispetto al risultato.
La classe politica mostra un tasso di preparazione imbarazzante. Tra i politici non mancano ignoranti nel senso tecnico del termine, che non hanno il senso della realtà, non conoscono la storia dei nostri luoghi ed anzi, la trasfigurano, come è accaduto a Piazza degli Eroi, risalente al 1950 ed il cui centro era l’esatto punto di incontro dei nostri quattro eroi; come accade ai Pini abbattuti di notte per dare “risalto e onore” ad una rotatoria irregolare. Come accade alle nostre pinete soffrenti, simbolo identitario e caratterizzante, che si stanno trasformando in un lontano ricordo per essere sostituite a progetti che si allontanano dalle cose e dai luoghi che ci rappresentano nello specifico.
Con l’avvivinarsi delle imminenti elezioni si rende necessaria una grossa capacità di selezione.
Di tribuni non abbiamo bisogno, ma abbiamo bisogno di classi dirigenti preparate.
La politica è l’arte di governare. E se noi vogliamo vivere in un consesso civile degno di tale nome, abbiamo bisogno della buona politica, che costruisca buone regole e le faccia rispettare.
Dalle nostre decisioni scaturisce il futuro delle nostre imprese e di tutto il tessuto sociale ed economico del Comune. E gestire un Comune ha molti punti di contatto con la nostra quotidianità. Bisogna governare e decidere.
“La cultura è spinta all’apertura, moltiplicatore di energie civili. La cultura attrae turismo. E rende questo turismo più maturo, più capace di conoscere e apprezzare e non solo di guardare distrattamente”. Mattarella, nel Suo discorso a riguardo di Procida, capitale della Cultura, sembra volere indicare una strada che anche noi possiamo e dovremmo percorrere.
Anche noi siamo chiamati ad essere: -“Costruttori di bellezza”, ricercare l’inedito, il bello e l’utile, nell’operosità dell’ingegno e delle mani; -“Ricercatori di senso”, indagando noi stessi, la nostra identità, consapevoli che essa è sempre plurale e in divenire. -“Custodi di futuro”, alimentando una rinnovata etica della cultura, che faccia risuonare il territorio all’unisono. Sono tanti i luoghi da riscoprire e risaltare ad Ischia, in nome di una più intelligente fruizione del turismo; il Borgo Ischia Pontino, i palazzi signorili, le Torri antiche, le chiese, ma anche i vitigni, o terreni incolti da destinare all’agriturismo dovrebbero dare il via alla riscoperta di una dimensione che proceda a passo d’uomo, dove il tempo si ferma allontanandosi da trambusti e traffici cittadini. Il Covid ci ha insegnato quanto sia importante ritemprare lo Spirito ed il corpo andando alla ricerca di ciò che la natura offre e dona.
La parola SINDACO ha origini greche ed è composta da due parole: “insieme” e ” giustizia”. Un Sindaco è, quindi, colui che amministra in modo giusto. Ma chi decide cosa è giusto?
Vuol dire mettere da parte favoritismi e gestione personalistica dei servizi. Vuol dire abbattere le barriere esistenti tra cittadinanza ed Amministrazione, mirando ad una moralizzazione della politica, bloccando quelle porte girevoli che consentono ad alcuni personaggi di saltare da uno schieramento all’altro, a seconda della direzione del vento e degli interessi personali. Serve buona politica anche come “arte del governare”, con il coraggio di assumersi la responsabilità di scelte dolorose, impopolari.
Ci sono due modi di governare un Paese, un Comune: uno esplicita il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e di decidere anche con scelte impopolari, l’altro la scelta di non decidere rimandando la soluzione dei problemi.