Stop al pagamento delle tasse per tutto il 2020, credito d’imposta per gli affitti e rimborsi a fondo perduto per chi ha perdite di fatturato tra il 25 e 30%. Queste in sintesi le richieste degli albergatori al governo. Il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca: “chiediamo la proroga di un anno di tutti gli adempimenti fiscali che arriveranno a giugno, dall’Imu sugli immobili strumentali (che è statale), all’Ires e all’Irap dell’anno precedente che si sarebbero dovuti pagare in base ai ricavi di quest’anno”.
Inoltre, Bocca chiede al governo in rappresentanza della categoria “un rimborso a fondo perduto per le aziende che hanno perso almeno il 25-30% del fatturato dall’inizio dell’emergenza coronavirus. Ed inoltre la richiesta di allargare anche al settore alberghiero il credito d’imposta sugli affitti già concesso ai negozi”.
Il presidente di Federalberghi inoltre spiega: “Quello che oggi ci lascia sgomenti è il senso di incertezza. Parlo in continuazione con i miei colleghi e tutti mi fanno la stessa domanda: quando si riaprirà? E non si sa e quindi subentra anche una certa demotivazione”.
“Siamo fiduciosi su un’estate aperta – dice – su un turismo italiano e quindi molti alberghi nostri riapriranno ma non apriranno in utile, l’idea è quella di pareggiare i costi perché il turismo italiano in termini di capacità di spesa su certe destinazioni non è paragonabile al turismo straniero”. “Alcune aree apriranno prima, altre dopo, e poi un albergatore che lavora sulla stagionalità dovrà considerare se è conveniente, a questo punto aprire solo per luglio e agosto”, sottolinea.
Bocca lancia un appello: “E’ arrivato il momento in cui la politica di questo Paese deve dimostrare con fatti concreti e non con messaggi promozionali, se il turismo è importante per il Paese e quindi se davvero investe su questo settore. L’appuntamento è questo”.
Un appello che prende lo spunto da un dato “oggettivo”, spiega Bocca, per il fatto che “il settore più colpito dal coronavirus è il turismo, lo dimostrano tutti gli studi a cominciare da Banca d’Italia, ed è il settore che farà più fatica a riprendersi” conclude.