CONFCOMMERCIO CAOS, ECCO IL DOSSIER CHOC

Un’assemblea formata da imprenditori «mai iscritti al registro delle imprese o titolari di ditte fallite». Voti “viziati” alle ultime elezioni dei vertici. E l’allarme di imminenti «problematiche finanziarie». Ecco il quadro della Confcommercio Napoli che emerge dalla delibera di commissariamento firmata il 17 novembre dal presidente nazionale Carlo Sangalli. Via Pietro Russo, rieletto a febbraio 2016, ma presidente dal 2010, arriva Giacomo Errico con il mandato di «assicurare una corretta amministrazione e ripristinare regolarità e certezza in ordine alla composizione dell’assemblea».

Ma nelle stanze che radunano numerosi commercianti associati, sono in corso «accertamenti» dal 25 febbraio quando Sangalli decise di inviare a Napoli un delegato. Erano i giorni in cui Russo fu coinvolto nell’inchiesta dei pm Ferruccio Capalbo e Chiara Vetro della Corte dei conti, sull’ «uso distorto dei fondi» della Camera di Commercio, con un filone specifico su Confcommercio in cui saltò fuori anche il finanziamento per una «gita alle cascate del Niagara». Ora la relazione finita sulla scrivania di Sangalli presenta un elenco dettagliato di «gravi criticità». In primis, la composizione dell’assemblea. Per statuto bisogna essere «imprenditore, professionista o lavoratore autonomo aderente al sistema associativo provinciale, o legale rappresentante o amministratore delegato di società aderenti a Confcommercio ».

Dalla relazione emerge che «su 33 presidenti di associazioni comunali, il requisito è risultato mancante o irregolare in 21 casi: 11 sono imprenditori risultati mai iscritti o cancellati dal registro imprese, 2 titolari di ditte fallite o in liquidazione, 2 sono risultati non essere rappresentanti o amministratori della società in nome della quale partecipavano all’assemblea, 5 titolari di imprese aventi sede diversa dal territorio di competenza dell’associazione dagli stessi presieduta». Significa che i due terzi dell’assemblea non è in linea con le regole di Confcommercio. Anche due «componenti del consiglio direttivo, Rosa Praticò e Angelo Sciacca, risultano titolari, in base alle visure camerali, di ditte inattive». Peggio: «Per ben 177 associazioni socie su 188 non è possibile verificare la regolare adesione all’associazione».

Fa acqua da tutte le parti è soprattutto il sistema di elezioni, basato per ogni associazione su un numero di voti proporzionale a quello dei propri soci paganti. Per il delegato di Sangalli «il quadro dei pesi assembleari è risultato viziato ». Perché sono emersi «evidenti e sostanziali errori di calcolo, con l’attribuzione frequente di un maggior numero di voti rispetto a quelli spettanti alle associazioni-socie» in relazione «ai soggetti aderenti effettivamente in regola con il pagamento dei contributi». Scovate «50 associazioni con voti attribuiti in maniera superiore a quella effettivamente spettante». Buco nei conti. «La dinamica economica – si legge – al netto dei finanziamenti regionali (1 milioni negli anni 2011 e 2014), presenta una gestione costantemente negativa che per il 2016 evidenzia elementi di peggioramento rappresentati dai costi fissi di struttura, dal costo del personale.

Nel 2015 e 2016 non sono stati deliberati ulteriori finanziamenti regionali, per cui Confcommercio Napoli presenterà, nel breve e medio termine, problematiche finanziarie, riflesso di una gestione sistematicamente in perdita». Capitolo «incompatibilità» dei componenti dell’assemblea che non possono ricoprire «mandati elettivi o incarichi di governo dal livello europeo fino a quello municipale». Ecco i nomi indicati: «Gaetano Campanile, presidente dell’associazione comunale di Boscotrecase, è consigliere nel comune di Boscoreale; Giuseppe D’Anna, presidente dell’associazione comunale di Arzano, è assessore al commercio di Frattamaggiore; Maria Rosaria

Formisano, presidente del Gruppo Calzature e dell’associazione Centro commerciale corso Garibaldi, è assessore allo sviluppo della IV municipalità; Francesco Nappo, presidente dell’associazione comunale di Terzigno, è vicesindaco del comune di Terzigno ». Manca un direttore dal 1999. E al delegato, Russo ha anche dichiarato che «non esistono lettere di assunzione del personale dipendente». A Napoli operano in tutto 15 persone.

da Repubblica.it

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