Dal dibattito sulle ragioni del si o del no al comune unico dell’isola d’ischia è scaturita una profonda analisi ed un giudizio severo sull’attuale classe politica che governa i comuni della nostra isola, che è comunque lo specchio di una società non ancora matura e pronta per accogliere nel modo giusto l’ipotesi di fusione dei sei comuni in un unico ente. Troppi ancora i personalismi e le ambizioni di pochi, che possono sinteticamente ricondursi ai due personaggi locali più in vista: il senatore lacchese domenico de siano di forza italia ed il sindaco di ischia – e prossimo euro deputato – giosi ferrandino per il pd. Ne sono convinti sia gaetano colella, che luigi telese e peppe brandi: il comune unico così come concepito oggi, sarebbe – per telese – “il figlio del matrimonio spurio tra i due che è miseramente naufragato”, senza risolvere quei problemi importanti che erano nel programma di cose da fare, a giustificazione della santa alleanza. “Un giocattolo ideato per far giocare i due” – ha sostenuto senza mezzi termini colella, mentre per brandi la questione è pure di classe dirigente, non avendo né de siano né ferrandino provveduto a far crescere con loro gli eredi che dovrebbero continuare l’azione amministrativa sul territorio… E da qui, l’esempio dei tentativi di “decidere le sorti amministrative” dei comuni di casamicciola e lacco ameno, che hanno poi prodotto la caduta delle amministrazioni, proprio a causa delle ingerenze esterne e delle diversità mai effettivamente superate e i contrasti mai sopiti.
Ma è emerso chiaramente anche il contenuto più intrinseco del “patto di ferro” tra i due, che prevederebbe l’avvio di de siano verso la carica di primo sindaco del comune unificato…
Tutto sommato quindi un giudizio negativo di questi politici attuali, che perdono l’ideale confronto con la classe politica della cosiddetta prima repubblica…Un giudizio che fa raffreddare anche i più convinti sostenitori del comune unico, come luigi telese: diventerebbe uno strumento pericoloso con questo personale politico e non cambierebbe nulla nella sostanza, se non continuare nel degrado e senza ombra di sviluppo…
E sull’altare dei problemi irrisolti e delle opere non realizzate, compare ad esempio l’impianto di depurazione della collina di san pietro ad ischia: un impianto pensato dall’amministrazione di gianni buono nel ’94 – di cui venia era il vice – progettato dall’amministrazione telese nel ’98 e finanziato con l’amministrazione brandi nel 2002…e ad oggi, non si vede ancora la luce…
E sempre sulla scia del giudizio negativo dell’attuale classe politica, si punta il dito contro il sistema del “livello basso” posto in essere da quei consiglieri o amministratori comunali, intenti soprattutto a conservare integro il proprio “orticello” di voti personali, semmai provenienti dalle grandi famiglie che hanno alle spalle o frutto della pressione esercitata sui dipendenti delle grandi aziende di famiglia; quei politici inviati nella pubblica amministrazione più per tutelare “interessi di parte” che invece gli interessi collettivi… Il comune unico quindi, per telese e brandi, potrebbe spazzare via il sistema del “voto” familiare o di riconoscenza, elevando il quorum di preferenze necessarie per l’elezione e generando così una naturale selezione, costringendo a confrontarsi sulle “cose da fare”, anziché pensare solo alle appartenenze di casta o di famiglia…
Ma le ombre sul comune unico sono anche di natura strutturale e giuridica; in questo, è stato chiaro e puntuale luciano venia, che ha innanzitutto puntato il dito contro il nuovo referendum, che dovrebbe essere indetto dalla regione con l’assenza del quorum che ne sancisca la legittimità. “E’ incostituzionale”, sottolinea venia, ed in questo cattura il consenso anche dello stesso avvocato luigi telese, anch’egli contrario all’istituto referendario che potrebbe far decidere solo ad una minoranza di cittadini il futuro di un’intera popolazione di circa 65mila anime…
Ma per venia esiste anche un altro dato: la recente dichiarazione di dissesto del comune di lacco ameno, potrebbe inficiare tutto l’impianto di unificazione, se non altro perchè gli altri comuni isolani dovrebbero accollarsi la situazione debitoria del piccolo comune del fungo…
Quindi, un cammino tutto in salita per l’eventuale realizzazione di un unico comune sull’isola d’ischia: sarà pure un problema tecnico o giuridico, ma tutto sommato è soprattutto un problema di uomini…Occorre un nuovo modo di pensare e di fare la politica sulla nostra isola, ma sicuramente non saranno gli amministratori attuali a poter generare il cambiamento radicale di mentalità: da qui, l’appello lanciato da Telese all’Acuii, l’associazione che da anni promuove l’idea del comune unico: “smarcarsi” dagli esponenti politici attuali e promuovere in maniera autonoma e decisa il cambiamento di mentalità, costruendo l’idea della riunificazione amministrativa dell’isola, facendola sentire come una necessità anche sociale e culturale…