Che cos’è un ecomostro? Facile visualizzarlo nella mente,ma difficile è darne una definizione. Termine coniato e usato dalle associazioni ambientaliste per indicare quei mega-abusi edilizi che tanto deturpano il territorio,non rintracciabile sui moderni vocabolari della lingua italiana,ovviamente!,a quanto pare si presta a tante spiegazioni. Un ecomostro non è visto come una mega- costruzione “una tantum”,piuttosto come una situazione,alquanto diffusa,fatta di tanti piccoli abusi che insieme creano l’ecomostro. Il fenomeno può essere legato alla sicurezza come naturale alterazione fisica del territorio e non solo come impatto antropico. Ma un ecomostro è definito anche come un “qualcosa”che impedisce lo sviluppo,un intervento che saccheggia il territorio,una percezione visiva,la deturpazione del paesaggio. Un intervento, comunque,realizzato per necessità o a scopo turistico che spesso porta a sperperare risorse e a creare un danno sociale oltre che ambientale. Ad Ischia manca una cultura identificativa e del sociale, vi è la percezione che tutto si possa fare in barba alle regole. Pertanto,l’ecomostro fa parte del sistema. Ma se per gli ischitani l’ecomostro fa ormai parte del sistema,ovvero rappresenta l’identità della nostra isola,in futuro di cosa godranno i cittadini? Di ecomostri valorizzati? Questo far west è l’immagine di un paese nel quale è possibile operare senza rispettare alcuna regola né amministrativa né tributaria né di igiene né di tutela del lavoro. Si rende necessario intraprendere una serie di interventi per la valorizzazione e la fruizione dell’ambiente,attribuendo il giusto valore al ruolo del paesaggio,a partire dagli aspetti ambientali e storici particolarmente rilevanti. Obiettivo deve essere la progettazione di interventi mirati alla valorizzazione,al riuso,alla riqualificazione,in linea con quanto afferma la Convenzione europea del paesaggio che riconosce la qualità e la diversità dei paesaggi quale elemento caratterizzante e fonte di ricchezza per i contesti europei,affermando l’importanza di valorizzare le aspirazioni delle popolazioni a godere di un paesaggio di qualità,ed evidenziando come la tutela del paesaggio non sia in contrasto con lo sviluppo economico,ma favorisca invece lo sviluppo sostenibile ed il coinvolgimento sociale.