Se il ricorso al terzo grado di giudizio sportivo ci deve essere, deve essere proposto da tutti, tesserati e società della Nocerina. Non solo dai tesserati. L’avvocato Eduardo Chiacchio, che ha assunto la difesa della società rossonera in primo e in secondo grado, ritiene di dover affermare che sarebbe un peccato per la società, che si è prodigata fin quanto possibile per veder riconosciute le proprie ragioni, quando invece i tesserati per iniziativa personale hanno la facoltà di fare appello. Chiacchio, intervistato da TuttoNocerina.com, espone anche un altro esempio, quello del Potenza che poté tornare a giocare dopo alcune settimane senza scendere in campo (era stato escluso dal campionato) perché non aveva rinunciato all’Arbitrato.”La sede naturale presso cui si dovrebbe proporre istanza è il TNAS, laddove l’istruttoria può essere ampliata. Dispiacerebbe se i tesserati dovessero vedere accolte le proprie istanze mentre la Nocerina rimane fuori dagli appelli”. Quindi i tesserati ricorreranno? “Penso proprio di sì, anche i dirigenti. Se però la Nocerina come società non facesse ricorso, allora succederebbe che i tesserati avrebbero la derubricazione, e i dirigenti lo stesso, ma la società resta fuori. Non dico che sia certo che le istanze possano essere accolte, però può succedere di tutto”. Crede sia il caso per la Nocerina di provare comunque a non rinunciare? “Certo, sarebbe un peccato se i giocatori dovessero vedere accolte le proprie istanze quando invece la società rinuncia. Per fare l’esempio, il caso del Potenza fu discusso anche al TNAS: fu rimesso in campo proprio da noi – il club lucano era difeso da un pool di avvocati che comprendeva anche Chiacchio – e a differenza della Nocerina aveva avuto la responsabilità diretta e non oggettiva”.