CASAMICCIOLA, LA LUNGA SFIDA TRA L’UOMO E LA NATURA. DI ANTIMO PUCA

CasaMicciola è il nome di un paese “montano” che più alluvioni hanno travolto in frane di terra e di pietre e reso inabitabile. CasaMicciola è una comunità di contadini e di pastori che più diluvi hanno sradicato e costretto a migrare in una nuova CasaMicciola sorta dal nulla in riva al mare. Eventi quasi impercettibili, tra i mille che la cronaca italiana accumula sospesi tra catastrofi bibliche e tecnologie ad alto rischio, smottamenti, terrore organizzato, degradazione sociale, malgoverno. Ma con questa particolarità: che nelle sue«dinamiche», come direbbe il verbale di un brigadiere, le vicende di CasaMicciola illuminano di una luce improvvisa i segreti di una cultura e di un modo di vita, i rapporti tra sudditi e potenti, tra società locale e governo centrale, e l’inganno e la sopraffazione che stanno alla base di un patto sociale coatto. E insieme, nonostante tutto, la speranza e la volontà di opposizione e di lotta di gruppi e di singoli il cui coraggio solitario sollecita qualcosa di più della nostra ammirazione. Storie, politica, narrazione, testimonianza, documenti, inchieste. Non è soltanto il racconto corale di un paese che sembra inventato e invece è minuziosamente vero, denso di drammi e di conflitti, popolato di personaggi che sembrano romanzeschi: preti, ribelli e uomini faticosamente maturati alla politica. È anche una metodica, insistente lettura di segni che, decifrati e disposti in un discorso coerente, tracciano un disegno più vasto, quello dell’intera Ischia malata, tradita, impedita di essere se stessa, provocata alla lotta o a un tenace e responsabile, ma sfibrante, ESERCIZIO DI PAZIENZA.
È molto difficile parlarne. Difficile. Perché nessuno può confrontarsi con morti e dispersi stando comodamente seduto di fronte al proprio computer e pensare di descrivere o commentare questo avvenimento. Ci si sente delle piccole formiche, inermi e incapaci perfino di comprendere la gravità di questa tragedia. Trovo vergognosa la strumentalizzazione di questa tragedia. Veramente i giornali cercano di venderci la notizia di questo momento. Con morti risultanti da un conteggio ancora parziale. Questa è un’assurdità incredibile e molto pericolosa per la disinformazione che viene data alla popolazione
L’uomo non può fare niente di contro natura, semplicemente perché è parte di essa, proprio come ogni altro organismo, elemento e particella dell’Universo. Quello che può fare, e che spesso gli riesce molto bene, è fare cose stupide e che lo porteranno a pagare un alto prezzo. Ma anche questo, come tutto il resto, va perfettamente secondo natura.
Trovare delle informazioni affidabili e serie su questo argomento è veramente difficile.
La frana è stata causata da un aumento eccessivo di pressione e dalla rottura di tutti i contenimenti con la conseguente espulsione di tutto il materiale del nucleo nell’ambiente esterno.
Le case si trovano lungo le linee di impluvio (canaloni) che rappresentano le vie preferenziali per questo tipo di frane. Si tratta di frane da colata tipiche di terreni incoerenti come quelli vulcanici. Quando si riversano 120 l/mq in 6 ore su questi terreni il risultato sono queste frane definite in letteratura scientifica “lahars freddi” vale a dire fenomeni simili alle nubi ardenti delle eruzioni degli stratovulcani (es. Eruzione del Vesuvio del 79 d.c.) ma fredde.
Insomma, sappiamo che queste frane rappresentano la naturale evoluzione di tali versanti ma non vogliamo capire che NON SI POSSONO OCCUPARE LE LINEE DI IMPLUVIO. L’OPINIONE DI CHI NON CONOSCE QUESTI FENOMENI A CHI SERVE?
C’è chi vuole, dopo questo evento, mettere in discussione la sicurezza. Lo penso anche io.
I giornalisti hanno cominciato a urlarci nelle orecchie che si è verificata una dispersione di materiale verso l’ambiente circostante.
Ci sarà un lavoro lungo, faticoso e delicato. Eccoci qui, salvi dal disastro. Ma con un disastro da gestire. Si parla ancora delle dispersioni. Lo si fa per pura strumentalizzazione.
Come possiamo passare ore a discutere quando un’intera isola/comunità è messa in ginocchio? Si può rimanere al corrente della situazione monitorando un’area che è stata evacuata per ragioni di sicurezza.
Non confondiamo il dolore e la rabbia che proviamo con l’analisi del fenomeno. Solo se  si comprende come e perché si verificano queste frane (E DEVONO SFORZARSI DI COMPRENDERLO TUTTI) si possono evitare ulteriori tragedie.
È preoccupante, è vero. Ma è assolutamente trascurabile in confronto ai danni e ai problemi che l’intera ischia / CasaMicciola dovrà affrontare a causa di questo.
Purtroppo, nonostante si continui a parlare  in tutte le salse, le tragedie che stiamo osservando,inermi, sono ben altre. Dovremmo smettere di strumentalizzare questi avvenimenti in base alle nostre paure e i nostri preconcetti.
Lo scopo non è quello di fare previsioni sull’esito finale della vicenda. L’unica polemica è diretta a coloro che tentano di sfruttare questo momento drammatico per finalità politiche o di visibilità.
Ecco cosa dovremmo imparare.
L’esistenza dell’uomo si inserisce nel disegno della Natura e così noi ci costruiamo una realtà dove vivere. Dobbiamo farlo con rispetto, con intelligenza e con umiltà perché noi non siamo contrapposti alla Natura. Ne siamo parte. E se un’onda ci spazzasse via tutti facendoci scomparire da un giorno all’altro non ci sarebbe tragedia né sollievo per la Natura, che continuerebbe come ha sempre fatto.
Dal fango al cielo
In un anno ci sono 11 mesi.
E poi c’è novembre.
Era un venerdì.
Un venerdì soleggiato dopo giorni piovosi e umidi.
Sembrava tutto nella norma. Tranne il mio risveglio piuttosto mattutino rispetto agli altri giorni. Poi accade l’inaspettato e in un attimo è tutto surreale.
Tutto sembra assurdo.
Quasi ti viene da pungerti per capire se è un incubo in un sogno o un incubo nella realtà.
Il surreale sa di ovatta e di rumore sordo.
Sa di bocca secca e di salivazione amara.
Sa di oscuro nel bagliore dell’alba. Ognuno affronta il dopo come meglio conviene.
Alcuni lo esternano in un grido. Altri lo chiudono in uno scrigno arrugginito dalle lacrime che contiene che esondano quando uno spillo buca la sottile membrana protettiva .
Ci sono 11 mesi in un anno.
E poi c’è novembre .
Dal fango al cielo.
Ai caduti. Alla bimba col pigiamino rosa.
Di Antimo Puca

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