CAREMAR: L’ALISCAFO DELLE 20.05 FA ULTIMA TAPPA A PROCIDA, ISCHITANI COSTRETTI A CAMBIARE MEZZO

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Clamoroso disservizio nell’ambito dei trasporti marittimi. L’aliscafo Caremar di ieri con partenza dal molo Beverello alle ore 20.05, per decisione dell’ultima ora, ha interrotto la sua corsa nel porto di Procida, evitando di proseguire, come da programma orario per l’isola d’Ischia. Ed i passeggeri ischitani che si sono imbarcati, nonostante il grave disagio di dover poi cambiare mezzo di trasporto per raggiungere la propria destinazione, sono stati costretti a pagare biglietto intero, non essendo residenti a Procida. Il fatto contraddice ogni principio di buon senso nonché ogni principio di continuità territoriale per il quale tutti gli isolani da anni si battono. Insensibilità delle compagnie di navigazione ed incuranza dei diritti degli isolani da parte delle istituzioni responsabili in questi settori continuano creare problemi e disagi agli utenti dei trasporti marittimi.

Tuttavia è bene precisare che i passeggeri sono stati informati solo pochi minuti prima della partenza della decisione. E probabilmente fino a circa mezzora dalla partenza dell’aliscafo nessuno era a conoscenza di questa corsa con percorso ridotto, neppure i responsabili delle biglietterie che avevano venduto alcuni ticket con destinazione Ischia.

La comunicazione della notizia che la destinazione finale dell’aliscafo sarebbe stata Procida, ha portato alla contestazione decisa degli utenti diretti a Ischia. Tale protesta ha comunque ottenuto un risultato: il traghetto Caremar con partenza alle ore 19.30 da Porta di Massa, con destinazione Ischia, nella sosta intermedia a Procida ha ritardato la ripartenza per attendere i passeggeri presenti sull’aliscafo che avrebbero dovuto raggiungere l’isolaverde.

Cambio di vettore in un porto intermedio, tanti minuti di ritardo per raggiungere la propria destinazione, servizio di aliscafo negato: questo il sabato sera per gli ischitani che avevano scelto l’aliscafo della compagnia pubblica Caremar. Tutto questo in dispregio della tanto sbandierata continuità territoriale ed dei proclami delle istituzioni sulla bontà del servizio dei trasporti marittimi nel golfo di Napoli.