CACCIA. STAGIONE VENATORIA 2024, ARCI CACCIA: “CAMPANIA: DOPO IL DANNO, LA BEFFA”

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La terza sezione del Tribunale Amministrativo Regionale ha emesso una nuova decisione riguardante la stagione venatoria 2024. E’ stato accolto il ricorso presentato da diverse associazioni ambientaliste, tra cui Lipu, Enpa, Wwf, Lndc e Lav. La decisione ha portato alla sospensione della preapertura della caccia per quattro specie previste dal calendario venatorio stilato dalla giunta regionale: il colombaccio, la cornacchia grigia, la gazza e la ghiandaia.

In merito alla sentenza sono intervenuti l’Arcicaccia e la federcaccia Campania con un comunicato stampa:


Ci risiamo: il TAR Campania ha emesso (09/9/2024) l’ennesimo atto monocratico col quale ha sospeso,
sebbene parzialmente, l’attività venatoria nella nostra regione. L’atto è stato emanato accogliendo
pedissequamente ed acriticamente le richieste delle associazioni ambientaliste ed animaliste ricorrenti
sospendendo così il prelievo di alcune specie (colombaccio) che risultano in buono stato di
conservazione arrivando addirittura a smentire l’ultimo parere dell’ISPRA, massimo organo scientifico
nazionale, andando in controtendenza a quanto legiferato in altre regioni italiane proprio sulla scorta di
questo parere. Sembra quasi che la Campania sia una regione diversa da quelle limitrofe nelle quali
vige altra legislazione nazionale e persistono diversi flussi migratori e riproduttivi!.
I cacciatori campani sono sconcertati, arrabbiati ed increduli e si sentono offesi nella loro dignità di
cittadini perbene essendo stati ancora una volta umiliati da questo continuo “gioco” che annualmente
viene attuato in loro danno.
Alla base di quanto stiamo vivendo in questi giorni si pone una forte incompetenza della Regione
Campania: le sue colpe originano dalla prima delibera (DGR n. 414 del 31/7/2024) emanata non
considerando quanto avevamo consigliato, inserendo errori ed adducendo motivazioni non sempre
efficaci e convincenti. Gli strafalcioni, apparentemente banali, e le argomentazioni poco attendibili
hanno aperto la strada ad un ricorso e alla relativa sospensiva da parte del Tar (24/8/2024). Noi ed altre
associazioni venatorie, in sede di CTFVR dopo la stesura della bozza del Calendario, avevamo già
espresso le nostre perplessità tecnico-giuridiche.
Successivamente, non colmando lacune e non apportando correttivi, si è giunti alla redazione
dell’ultima discutibile delibera (n. 459 del 06/9/2024) il cui esito è stato permettere due giorni di
preapertura (7 e 8 settembre) col conseguente rischio di compromettere gran parte della stagione
venatoria.
L’aspetto grave, a nostro parere, è che la Regione ed i suoi consulenti non hanno accolto, neppure
all’indomani del primo decreto monocratico di sospensione, l’opportunità di confrontarsi con le
Associazioni Venatorie per trovare una soluzione plausibile e concreta. Le AAVV sono state convocate
solamente in sede di CTFVR per l’approvazione della nuova delibera del 6 settembre; di fronte a tale
stato di cose, poiché il nostro obiettivo primario resta quello di far esercitare ai nostri associati la loro
passione, non ci siamo opposti ma abbiamo auspicato, vista l’esperienza dello scorso anno, di tentare
anche altre strade giudiziarie eventualmente percorribili.
Si auspica che la Regione Campania, al fine di evitare ulteriori restringimenti del periodo venatorio (vedi
beccaccia, tordo ed acquatici) che potrebbero derivare dalla prossima Camera di Consiglio che si terrà
innanzi al Tar il prossimo 8 ottobre, ponga in essere le opportune e doverose azioni giudiziarie
costituendosi nel predetto giudizio e chiedendo sia la revoca dell’emesso decreto – sottolineando le
incongruenze e le contraddizioni di quest’ultimo rispetto agli ultimi pareri tecnici espressi sia dall’ISPRA
che dal CTFVN – sia
l’anticipazione dell’udienza camerale onde poter discutere il prima possibile le questioni in campo e
ripristinare un po’ di certezze nei cacciatori.
Da parte nostra provvederemo a costituirci ad adiuvandum per tutelare gli interessi dei nostri associati
dinanzi al Tar Campania e soprattutto, in caso di esito negativo che pare quasi scontato visto
l’orientamento del TAR Campania, innanzi al Consiglio di Stato che si spera voglia prestare maggiore
attenzione ed imparzialità alle giuste istanze dei cacciatori campani.