CACCIA. ANTONIO BUONO: “FERMATE LA STRAGE DI UCCELLI IN NORD AFRICA”

0
115

Scannati vivi non è un film horror al fine di ottenere l’oscar per la migliore sceneggiatura, certamente però, l’orrore nei filmati che continuano a girare ogni giorno su facebook, farebbe rabbrividire il peggiore dei bracconieri.

Ciò che si sta perpetuando in Egitto, Marocco, Tunisia, Algeria, Libia ecc… a spese di milioni e milioni di uccelli di qualsiasi specie, dovrebbe far riflettere non solo noi cacciatori ma, in particolar modo, tutti coloro che si definiscono protezionisti a vario titolo e per diverse ragioni.

Qui si tratta di stragi che vanno oltre l’immaginazione, qui si tratta di massacri di milioni di uccelli!

Catturare un’infinita’ di uccellini con le reti, tagliare loro la gola e, spiumarli ancorché caldi perchè piu’ facile, è aberrante. Metterli nei sacchi, portali al mercato e venderli per farne pietanze succulenti , deliziandosi mentre le stesse ossa scricchiolano tra i denti per poi succhiarsi le dita, vista la prelibatezza di cui ci si sta cibando, è una patologia gastronomica… Ma di che parliamo?…e pensare che dalle nostre parti si ha ancora il coraggio di arrestare qualche nostalgico per aver sparato ad una quaglia in una giornata non consentita… assurdo! Quella stessa quaglia, magari sfuggita per puro caso a quelle reti alte dieci metri, distese perennemente verso il cielo come una “gloriosa” bandiera della quale, andarne fieri in tutto il nord Africa…VERGOGNA!

In Italia, la legge quantifica in furto allo Stato chi viene trovato in possesso di uccelli in periodo non consentito o peggio ancora di specie protette. Volendo interpretare tale norma, siccome i volatili si ritrovano le ali con le quali, guarda caso volano, succede che mentre il giorno prima una quaglia si trovava in Egitto ed era proprietà di quello Stato, la si poteva fare in qualsiasi salsa…poi, il giorno dopo, in Italia è vietato “prelevarla” perché furto allo Stato, il giorno successivo, sempre la stessa quaglia, sfuggita a quelle reti, ai bracconieri Italiani, ai famelici rapaci o ai gabbiani durante il lungo volo e, finalmente giunta in Francia o Spagna… eccola cacciabile a tutti gli effetti!

Dalle nostre parti, i cacciatori che non rispettano le regole vengono definiti “bracconieri”…questi vigliacchi che scannano vivi migliaia di uccelli ogni giorno vendendoli al mercato, come andrebbero chiamati? Che lavoro è questo? Bah…

L’arte venatoria non è un hobby e neppure uno sport, la nostra è un’innata passione che si tramanda di padre in figlio nel rispetto delle leggi emanate dallo Stato, di quelle regole mai scritte che sanno di “attenzione” per la natura e per gli stessi uccelli che “preleviamo” in numero consentito dai calendari Regionali… giammai saremmo capaci di fare massacri!

La caccia è ruralità, umiltà, semplicità, essenzialità…quello che fa questa gentaglia, che roba è?

Noi cacciatori che per passione e cultura monitoriamo il flusso migratorio, è da diversi anni che lamentiamo le continue diminuzioni di uccelli migratori in genere.

Sapevamo delle reti, delle storie dei rossetti e dei ristoranti, ma vedere, toccare con mano questi massacri è stato, per tutti, uno shock!

Questi massacri indicibili, ignobili e vergognosi, andrebbero fermati ad ogni costo, le Istituzioni, le stesse associazioni ambientaliste dovrebbero denunciare nelle sedi opportune e a livello internazionale, questi atti ignominiosi che di certo faranno sparire in pochi anni molte specie di migratori dal bacino del Mediterraneo.

Si tratta di un serio problema politico e comunitario. A quando Interrogazioni parlamentari in merito? A quando autorevoli interventi i per mettere fine a questa strage infinita?

E’ giunto il momento di alzare forte la voce, è il momento di dire basta, dobbiamo farlo tutti, qui non si tratta di essere favorevoli o contrari alla caccia, qui si parla di un crimine infamante.

Continuare a far finta di non sapere significa essere complici di gentaglia della peggiore risma!

Fermare queste stragi è un obbligo morale… per tutti!

Antonio Buono – Cacciatore a vita