Toc, toc, e l’autunno bussò. E l’equinozio gli spalancò la porta. Non ieri 21, badate bene, ma lunedì 23 settembre, uno dei due giorni dell’anno in cui la durata del giorno è uguale a quella della notte. L’estate 2019 è ufficialmente archiviata.
L’equinozio d’autunno 2019 cade alle 9,50, ora italiana, del 23 settembre. Infatti, nonostante ciò che si pensi comunemente, le stagioni non cambiano sempre il giorno 21. Questo perché la Terra non ci impiega esattamente un anno a ruotare intorno al Sole, ma lo fa in circa 365 giorni e 6 ore. Perciò ogni anno per tornare nell’esatto punto dell’orbita la Terra ci impiega 6 ore in più. Un tempo che viene poi recuperato ogni 4 anni con l’aggiunta del 29 febbraio (6 ore all’anno x 4 anni = 24 ore, ovvero un giorno) nell’anno bisestile.
Il termine equinozio deriva dalle parole latine ‘aequus’, che significa uguale, e ‘nox’, cioè notte. Il 23 settembre è una data particolare, in cui, spiegano gli astrofili, “il disco del Sole resta lo stesso numero di ore al di sotto e al di sopra dell’orizzonte”. Lo stesso giorno nell’emisfero meridionale comincia, invece, la primavera. Finita l’estate, infine, afferma l’Uai, le serate di settembre sono un ottimo periodo “per osservare le stelle cadenti, dato che le notti iniziano ad allungarsi e il numero di meteore sporadiche, che si sommano a quelle degli sciami, raggiunge nel nostro emisfero il massimo annuale. In questo periodo – precisa l’Uai – il punto nello spazio verso cui la Terra si muove è più alto in cielo, e alle nostre latitudini l’atmosfera è investita da una quantità maggiore di particelle meteoriche. Tanto che – concludono – possiamo osservarne in un’ora 10-20″.