ANTONIO BUONO: IL CIGNO “PARLANTE”, IL VOLATILE DEL PORTO RITROVA IL SUO PROPRIETARIO

Una delle ragioni che rende sempre più difficile il dialogo tra le parti, e cioè, tra cacciatori ed anticaccia in genere, è certamente la mancanza da parte dei nostri detrattori, di una corretta ed adeguata conoscenza in materia venatoria.

In effetti, molti di questi soggetti contrari alla caccia, lo sono per partito preso e quasi sempre non sanno nemmeno di cosa si parli…e qui potrei dilungarmi con il dire della legge, dei calendari venatori e delle sue ferree regole ecc. ecc., ma sarebbe un discorso troppo lungo, magari da farsi in altra occasione.

E veniamo a noi: l’altra sera nel porto di Forio, all’improvviso è apparso come per incanto, un bellissimo cigno, in molti non credevano ai loro occhi, dopo i germani reali, ancora un uccello, un cigno, sempre lì nel solito stagno…pardon nel solito porto.

Ebbene si, dallo stupore, dopo le prime foto di chi si trovava lì per caso, sempre con la collaborazione dell’uccello di turno, si è passati ai fatti: immediato lo spiegamento di forze dell’ordine a difesa dell’animale onde evitare che finisse (come le anatre) in padella con carote e patate lesse.

Di lì a poco, pare siano giunti sul posto anche degli esperti venatori locali, la cui conoscenza delle specie e delle loro abitudini, sembra non avere limiti; difatti, dopo essersi impettiti per la foto di rito assieme allo stesso cigno, tramite l’anello alla zampa ne identificavano la provenienza olandese.

Dopo una nottata passata a difendere il cigno, in mattinata il colpo di scena: “Uaglià u cign iè u maie”. Da non crederci, all’improvviso da una stradina nelle vicinanze è venuta fuori la proprietaria del cigno che, ringraziando i presenti, ha riportato in tutta fretta l’uccello nello stagno accanto alla sua abitazione…e il cigno: “mamma maie patrò, menu mel ca me truet…ch brutta gent inta a stu stegn ruoss ruoss”.

Beh, che dire, a me questa storia non fa affatto ridere, anzi, la trovo un tantino triste se penso alle cicogne, ai gheppi, ai gufi e ai falchi che quotidianamente vanno a sfamare gabbiani famelici ed a quelli che soltanto feriti vanno a finire nelle solite grinfie dei soliti esperti, i quali, addossando la colpa ai bracconieri, trovano il modo di “sparare”… l’ennesimo colpo i cacciatori.

*Cacciatore a vita

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