Trasporti marittimi: sulla “resident card” istituita dalla compagnia di navigazione Alilauro e sull’inserimento del numero della carta d’identità del passeggero stampato sul biglietto di viaggio, interviene Maurizio Pinto:
“Con la tecnologia odierna sarebbe più facile optare per un collegamento con i server dei comuni isolani al fine di verificare la residenza. Una sorta di sistema come avviene sul sito della Polizia di Stato per verificare se una targa è da “ricercare” o meno. Basterebbe inviare il nominativo della persona residente online, su sistema protetto e la risposta dovrebbe essere in tempo reale “iscritto” oppure “non iscritto”. Così in tempo reale si punirebbe il tentativo di frode, perseguibile tra l’altro d’Uffico trattandosi di uso di documento non conforme o contraffatto. Sono certo che puniti i primi, si risolverebbe il problema; credo che si possa poi proseguire con controlli a “campione”, una volta superata la fase critica. Con una conferenza dei servizi con i comuni isolani ed un discreto programmatore, la cosa potrebbe essere realizzata. La resident card sarebbe un ulteriore indebolimento della classe operaia, in quanto la cooperativa che gestisce le biglietterie se non erro viene pagata a provvigioni e quindi vedrebbe ancora ridotti i salari, ed i residenti saltuari sarebbero comunque disagiati rispetto ai possessori della card. E poi, per quanto concerne tutti quelli che vanno fuori sede in servizio e dovrebbero avere il biglietto rimborsato? L’Alilauro si lamenta a giusta ragione e tutti noi residenti abbiamo l’obbligo affinché venga fatta giustizia e si debbano contrastare i profittatori, ma con la tecnologia 4.0 siamo ancora ad utilizzare sistemi medievali che, tra l’altro, il Garante sulla privacy ha già bocciato – non è infatti possibile riportare numero di documenti su biglietti – come avviene anche per le compagnie aeree. Magari un sistema così, da studiare, potrebbe essere una soluzione condivisa?”