A UMBERTO DI MEGLIO, MIO ZIO. LE STORIE DI SANDRA MALATESTA

Caro zio Umberto mio, oggi voglio scrivere a te che tanto mi hai voluta bene. Mi chiamavi coreana e ogni volta che mi vedevi mi prendevi in braccio. Come eri bello zio Umberto. Quel viso dolce e quel tuo amore per noi bambini io lo tengo in me. Man mano che crescevo e ti guardavo, mi dicevo che eri un uomo affascinante. Unico figlio di una grande famiglia ad aver studiato fino a laurearsi in legge, sei stato l’orgoglio di tutti noi. La tua mamma era fiera di te e diceva spesso: “I miei undici figli sono tutti bravi e tengo anche uno che SI È FATTO AVVOCATO”. La tua casa era come te e zia Ida e I tuoi quattro figli, Biagio ( Gino) Donatella, Rossana e Maria Letizia( Titta) una casa accogliente, colorata, comoda.

Tanti amici dei tuoi figli e tanti di noi nipoti venivamo spesso perché ci sentivamo accolti e amati. Le feste di Carnevale, quelle dei vari compleanni, delle ricorrenze, tutte nel grande salone, con zia Ida che era brava in cucina e preparava tante cose buone. Crescendo io mi legano sempre di più a te e ti chiedevo consigli. Ti ho visto l’ultima volta quando venisti a trovarmi in ospedale a Lacco Ameno con Gino. Avevo avuto una gravidanza extrauterina arrivando vicino alla morte per dissaguamento, ma mi avevano salvata la vita Il dott.Zullo, il mio caro amico Gianni Strudel, il dott.Ascione, la mia amica Ivana Marini che con il defibrillatore riuscì a riattivare il mio cuore, mia sorella Marina che ha il mio stesso gruppo sanguigno e un’infermiera di Forio anche lei con il mio gruppo sanguigno. Venisti da me il 18 marzo 1985 e ti sedesti sul letto. Fui così felice e restammo insieme per un poco a parlare. Quando andasti via mi dicesti: “Quando torni a casa facciamo una bella festa e poi sorridesti stringendo gli occhi come sempre”. Invece pochi giorni dopo andasti via per sempre a 62 anni e io non sono potuta esserci in chiesa.

Questa cosa mi ha segnata. Io dovevo esserci, io ti amavo tanto, ma uno strano destino ha voluto che non avessi sangue a sufficienza per stare in piedi. Cosi caro zio Umberto andasti via lasciandoci tutti quasi sorpresi. Per noi eri invincibile per noi eri zio Umberto che risolveva tutto ma eri tanto anche per chi ti conosceva a fondo. Da poco un’amica di Barano mi ha detto: “Sandra non sapevo che sei nipote di Umberto Di Meglio, so che è stato un sindaco onesto e vicino al popolo, mio padre me ne parla spesso, devi essere fiera”. E io lo sono. Sono fiera di quella fierezza mista a umiltà che riempie il cuore di cose dolci e fa pensare di essere stata fortunata a fare un pezzo di vita con un uomo come lui. Zio Umberto è stato anche una personalità, come si usa dire, aveva amici molto colti, ma per lui non era importante la gloria come per noi tutti nipoti e sorelle e fratelli. Lui voleva fare qualcosa per la sua gente, lui si è illuso che poteva fare di più, lui era un puro di cuore, lui si è fidato di persone che considerava amici fraterni e che, come spesso succede, invece non lo erano. Lui ha incassato colpi bassi con quell’ orgoglio di chi sa di avere dei valori e di crederci tanto, lui è stato amato da chi lo ha votato, amato e voluto, lui girava tra la gente e ascoltava, lui era mio zio un uomo colto, preparato, onesto, bellissimo, che ha lasciato una forte impronta nella storia politica di Ischia, e ha lasciato in chi lo amava un vuoto che non si riempie mai e che provoca ancora oggi a distanza di tanti anni una grande emozione che fa tremare, piangere, e poi, subito dopo, tirare su con il naso e dire, ZIO UMBERTO TI VOGLIO SEMPRE BENE…Sandra

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