Tv: Sky Tg24, lunedì per il ciclo ‘Stories’ Giuliano Sangiorgi – il tempo del contatto

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Roma, 22 mag. (Adnkronos) – Cantautore e polistrumentista, frontman dei Negramaro e anche scrittore. Il poliedrico Giuliano Sangiorgi si racconta al vicedirettore di Sky TG24 Omar Schillaci in ‘Giuliano Sangiorgi – Il tempo del contatto’, il nuovo appuntamento di Stories, il ciclo di interviste dedicate al mondo dello spettacolo di Sky TG24, in onda lunedì 24 maggio alle 21 su Sky Tg24, anche su Sky Arte sabato venerdì 28 maggio alle 19:15 e disponibile On Demand.

Giuliano Sangiorgi ha da poco presentato il suo secondo libro, ‘Il tempo di un lento’, pubblicato da Einaudi, un romanzo di formazione dallo stile personalissimo, che, attraverso le avventure di due tredicenni, racconta una storia di desideri e di colpe, di mancanze e di sogni. La storia del legame indissolubile tra padri e figli. “Ho iniziato a scrivere questo romanzo un po’ di tempo fa ‘ ha raccontato Sangiorgi – , avevo una pelle diversa, ma stava per arrivare un doppio cambiamento nella mia vita. Dopo ‘Lo spacciatore di carne’ mi sono ritrovato senza mio padre, ho fatto tanta musica e tanti concerti con i Negramaro, però a un certo punto mi sono fermato perché è arrivata una canzone, ‘Amore che torni’, e nello stesso giorno in cui è arrivata la canzone ho iniziato a scrivere ‘Il tempo di un lento’, questo romanzo. Non ero ancora padre, avrei dovuto di nuovo cambiare pelle e non lo sapevo, stavo per diventare padre ed è successo durante la scrittura. Ho cominciato che ero un nostalgico figlio e ho finito il romanzo che ero padre”.

Con la regia di Francesco Venuto, l’intervista è un botta e risposta fatto di associazioni di idee. Non domande, ma singole parole, a cui il cantautore associa riflessioni, convinzioni, aneddoti e ricordi. Tra le parole c’è ‘contatto’, che è anche il titolo dell’ultimo album della band salentina. “Non c’è parte dell’universo ‘ ha detto Sangiorgi – che non stia sognando la possibilità di tornare in contatto fisico con le persone. Non avere paura di incontrare le persone, non doverlo fare protetti. Contatto però è una parola che mi ha coinvolto prima che arrivasse questo momento disarmante per l’umanità: volevo recuperare quel dato di fisicità che la parola aveva perso negli ultimi anni dell’era ‘socialitica’. In questa estrema tecnologia contatto è diventato una mail, un numero, qualcosa di distante da quello per cui quella parola è nata. Contatto è fisicità. Con i Negramaro volevamo ridare questo valore alla parola e ci abbiamo scritto un disco”.