(Adnkronos) – (Adnkronos) – “Spesso mi veniva a parlare sedendosi accanto nell’emiciclo del Parlamento. Aveva voglia soprattutto di confrontarsi sui suoi dubbi, le sue domande sul futuro della nostra comunità, le sue critiche verso la conduzione del partito. Perché David è stato un uomo inquieto, eppure cristallino nella sua lealtà, nella sua correttezza e nella difesa pubblica, sempre e comunque della “parte” cui apparteneva”, prosegue.
“Nei mesi passati sapevo bene delle sue sofferenze, dovute a un male più grande di quello che egli stesso, raccontandolo, voleva mostrare all’esterno. David era un ottimista, un combattente, un vitalista. Non voleva perdere la sua “leggerezza” e non voleva mai appesantire i suoi interlocutori. Soprattutto gli amici. Ci siamo sentiti al telefono qualche giorno fa. Ci siamo scambiati qualche idea sul futuro, sulla Presidenza della Repubblica, sul destino della sinistra. Ancora una volta, tante nostre idee coincidevano. Ma la sua voce era stanca”, scrive Bettini.
“Il precipitare così improvviso degli eventi lascia tutti noi con un dolore sordo e con un vuoto politico difficilmente colmabile. La cosa che ci resta da fare è rendergli pienamente onore per quello che è stato, per quello che ha dato, per la forza interiore che fino all’ultimo ha dimostrato”, conclude.