Mediterraneo: Draghi, ‘minoranze religiose da tutelare’

Roma, 23 feb. (Adnkronos) – “Le autorità religiose svolgono un ruolo fondamentale nel costruire una cultura di dialogo e di ascolto tra culture e fedi diverse. Oggi, come in passato, avvertiamo la necessità della vostra opera di bene, dell’educazione all’amore, che rappresenta l’essenza della fede. L’amore per sé stessi, senza cui viene meno il rispetto della dignità umana. L’amore per la propria cultura, che non ammette l’intolleranza, ma è stimolo alla curiosità. L’amore per la propria comunità, che si esprime nella solidarietà e la cura per gli altri”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenendo alla cerimonia di apertura del ‘Mediterraneo frontiera di pace’, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana e dal Comune di Firenze.

“La cultura del dialogo e della fratellanza – ha proseguito il premier – si ricerca anche nella tutela delle minoranze religiose, che ancora oggi incontrano limiti alla libertà di culto, anche nel Mediterraneo. Le comunità cristiane e religiose offrono molti esempi di amicizia, fraternità e apertura nei confronti delle altre fedi monoteiste. Lo testimonia il rapporto che lega Papa Francesco al patriarca Bartolomeo e lo dimostrano i viaggi apostolici del Santo Padre, dagli Emirati Arabi all’Iraq alla Grecia. Voglio esprimere la mia riconoscenza per il vostro impegno a favore del dialogo e il mio auspicio perché possiate continuare in questa missione”.

“La stabilità e la pace – ha rimarcato Draghi – si organizzano nelle istituzioni, ma si costruiscono nel contrasto quotidiano alle diseguaglianze, all’odio e all’ignoranza. Penso alle politiche di integrazione e vicinato, agli investimenti infrastrutturali: tutti processi che favoriscono la crescita e lo sviluppo. Alcuni progetti incidono direttamente sulla vita nelle città: migliorano la qualità delle abitazioni, programmano lo sviluppo urbano, favoriscono la costruzione di nuove infrastrutture. Altri contribuiscono a tutelare la natura e la biodiversità, come i progetti di conservazione finanziati dall’Unione europea, anche grazie alla collaborazione tra università e centri di ricerca”.

“Le autorità civili e religiose hanno un ruolo fondamentale nel coltivare un senso di responsabilità diffuso senza il quale questi progetti non possono avere successo. Per affrontare, nel breve e nel lungo termine, i problemi e le vulnerabilità del Mediterraneo. Nei secoli la vita mediterranea è andata avanti grazie a interazioni reiterate e frequenti tra le sue città e i suoi popoli. Il frutto di questi collegamenti, che possiamo chiamare cultura mediterranea, offre ancora oggi un terreno comune a laici e religiosi. Questa responsabilità condivisa ci richiama a proteggere il mare e tutto il patrimonio naturale. A custodire la bellezza delle città mediterranee, la loro spiritualità e modernità. A fornire nuove opportunità a chi cerca lavoro e maggiore rappresentanza ai giovani e alle donne. Ci impone di tutelare la pluralità delle nostre identità, di favorire il dialogo tra culture diverse e tutelare le minoranze, etniche e religiose. Sono i nostri diritti e i nostri doveri come abitanti del ‘Grande mare’. Il nostro impegno per un Mediterraneo giusto, di pace, di libertà”, ha sottolineato il premier.

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