(Adnkronos) –
La Russia ha reso noto oggi, domenica 8 giugno 2025, di aver lanciato un’offensiva nella regione ucraina di Dnipropetrovsk, al confine con il Donetsk. La regione non rientra tra le cinque formalmente rivendicate da Mosca e l’offensiva rappresenta una significativa escalation territoriale nel contesto di negoziati di pace, attualmente in stallo. Mosca ha anche annunciato la conquista di un piccolo villaggio nella regione di Donetsk, Zarya.
L’avanzata delle forze russe in un’altra regione ucraina rappresenta un duro colpo, sia simbolico che strategico, per le forze di Kiev, dopo mesi di battute d’arresto sul campo di battaglia. Dnipropetrovsk è un importante centro minerario e industriale per l’Ucraina, e l’ulteriore avanzata russa potrebbe avere gravi ripercussioni a catena sull’esercito e sull’economia, già in difficoltà. Non si è registrata alcuna risposta immediata da parte dell’Ucraina alla dichiarazione russa.
Le forze russe hanno occupato il villaggio di Loknia, nell’oblast’ di Sumy, in Ucraina, ha inoltre reso noto il gruppo di monitoraggio di guerra DeepState. Situata a circa 30 chilometri a nord della città di Sumy, Loknia si trova vicino al confine russo, in una zona strategicamente esposta. Lo Stato maggiore ucraino non ha ancora rilasciato commentato.
Intanto oggi la Russia ha consegnato all’Ucraina le salme di 1.212 di soldati morti in battaglia, in linea con gli accordi stipulati a Istanbul durante i colloqui diretti tra le due nazioni. Lo ha riferito il tenente generale dell’esercito russo Alexander Zorin, membro del gruppo negoziale russo: “Si tratta del primo lotto di una consegna complessiva di oltre 6.000 salme”. Zorin ha specificato che una parte significativa dei resti è stata identificata, mentre per altri è stata accertata l’appartenenza alle forze armate ucraine sulla base di elementi quali l’uniforme e il luogo di ritrovamento. Il Generale Zorin ha ulteriormente precisato: “Si tratta di un’azione puramente umanitaria e non politicizzata. Purtroppo, a quanto pare, non sarà nemmeno l’ultima. Noi, la parte russa, siamo assolutamente pronti a rispettare tutti gli accordi, a implementarli, sia per quanto riguarda la restituzione delle salme dei militari ucraini deceduti, sia per quanto riguarda lo scambio di prigionieri di guerra”.
Almeno 12 civili sono stati uccisi e altri 65 sono rimasti feriti negli attacchi russi avvenuti in Ucraina nelle ultime 24 ore. Lo hanno riferito i funzionari regionali. Secondo l’aeronautica militare di Kiev, le forze russe hanno lanciato 49 droni durante la notte, tra cui Shahed di progettazione iraniana, insieme a un missile antinave Onyx e due missili aviolanciati guidati X-59/69. Le difese aeree hanno intercettato 40 droni, mentre altri 18 sono scomparsi dai radar: probabilmente si trattava di esche destinate a sopraffare i sistemi ucraini. Sono stati segnalati attacchi in almeno cinque regioni.
Intanto nella notte i sistemi di difesa aerea russi hanno intercettato e abbattuto 61 velivoli senza pilota nelle regioni di Tula, Bryansk, Kaluga, Oryol, Belgorod e Kursk, nella regione di Mosca e sul territorio della Repubblica di Crimea. Lo ha riferito il Ministero della Difesa.
Gli attacchi hanno costretto le autorità a chiudere temporaneamente gli aeroporti di Mosca Vnukovo e Domodedovo, due degli hub più trafficati della città, ha detto il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin su Telegram, aggiungendo che le unità di difesa aerea hanno iniziato a intercettare i droni diretti a Mosca poco dopo le 4 del mattino, dopo di che sono astati abbattuti 10 droni che si sono susseguiti in ondate separate. Le operazioni sarebbero state sospese intorno alle 6,53 ora locale, con conseguenti disagi al traffico passeggeri e ritardi.