L’Associazione Ingegneri Isola d’Ischia ha consegnato alla Regione un documento di osservazioni al Piano Paesaggistico con l’obiettivo di contribuire in modo costruttivo alla sua efficacia e concretezza, valorizzando le specificità dell’isola e le esigenze dei suoi abitanti. Il Piano rappresenta un ottimo punto di partenza, perché finalmente mette ordine nelle regole di tutela del paesaggio, definisce obiettivi di qualità e introduce criteri paesaggistici moderni. Tuttavia, per non rischiare di trasformare buone intenzioni in pratiche troppo lente e costose, il documento di osservazioni propone di semplificare alcuni passaggi amministrativi: dalla manutenzione dei tradizionali muri a secco fino agli interventi di recupero antisismico degli edifici storici. Fondamentale, secondo l’Associazione, è il coinvolgimento attivo delle comunità locali. Solo aprendo spazi di confronto, con semplici incontri sul territorio, mappature condivise e strumenti digitali accessibili, sarà possibile valorizzare davvero il “paesaggio percepito” dai residenti e garantire un monitoraggio continuo e partecipato. In questo modo Ischia potrà adeguarsi alle norme europee, potenziare la propria resilienza ai cambiamenti climatici e accompagnare ogni intervento con il sostegno e la conoscenza di chi vive e ama l’isola ogni giorno.

In particolare, l’Associazione propone di rivedere il regime delle autorizzazioni, prevedendo una mappatura preventiva dei beni minori (come i tradizionali muri a secco “parracine” e i terrazzamenti) qualificando questi interventi come “edilizia libera”, nel rispetto delle certificazioni tecniche dei professionisti. In questo modo, la manutenzione ordinaria e straordinaria potrà procedere senza lungaggini eccessive, consentendo ai proprietari e agli operatori agricoli di mantenere un paesaggio vivo e curato.
Nello stesso senso si sottolinea l’incongruenza tra il Piano e il recente “Decreto Semplificazioni”, che mira a ridurre i tempi e gli adempimenti per le attività edilizie; il Piano Paesaggistico dovrebbe quindi allinearsi a quelle norme, favorendo semplificazioni nei permessi compatibili con la tutela paesaggistica.
Allo stesso modo, l’Associazione ritiene fondamentale prevedere un meccanismo di “deroghe tecniche” nei casi di rischio elevato: sebbene le tecniche di ingegneria naturalistica siano preferibili, le Norme Tecniche per le Costruzioni del 2018 impongono in contesti sismici o idrogeologici l’uso di micropali, tiranti o strutture in cemento armato. La possibilità di un approccio misto garantirebbe livelli di sicurezza normativamente richiesti senza rinunciare all’armonia paesaggistica.
La tutela degli edifici storici costruiti prima del 1945 richiede inoltre un approccio flessibile: il divieto assoluto di demolizione e ricostruzione, pur volto a conservare l’aspetto esteriore, impedisce interventi di adeguamento antisismico che, nel contesto isolano classificato a forte rischio, sarebbero anzi essenziali per mettere in sicurezza gli abitanti. L’Associazione suggerisce di riallineare il Piano alle disposizioni del DPR 380/2001, che consente la ristrutturazione con demolizione e ricostruzione a parità di sagoma e volume, purché si mantenga la destinazione originaria, offrendo così una risposta concreta al bisogno di sicurezza senza snaturare il valore storico.
Un’altra questione rilevante riguarda i numerosi procedimenti di sanatoria ancora aperti: per non lasciare in sospeso l’adeguamento delle norme paesaggistiche, l’Associazione propone di istituire un capitolo specifico dedicato ai condoni edilizi, introducendo criteri trasparenti basati sulle leggi quadro (legge 47/1985 e art. 37 del DPR 380/2001) e fissando tempi certi per l’esame delle pratiche. Questa trasparenza eviterebbe incertezze e lungaggini giudiziarie e consentirebbe di programmare misure di compensazione ambientale – piantumazioni di specie autoctone, piccoli interventi di ingegneria naturalistica – a beneficio dei versanti e dei borghi rurali.
Per garantire che il Piano rimanga sempre aggiornato e risponda alle trasformazioni in atto, la proposta prevede l’adozione di strumenti GIS e tecniche di telerilevamento: un monitoraggio continuo dell’uso del suolo e delle infrastrutture consentirebbe di individuare in tempo reale le criticità, supportando decisioni rapide e informate. Questo approccio digitale si accompagna all’invito a un coinvolgimento attivo della comunità locale: agricoltori, pescatori, operatori turistici e semplici cittadini dovrebbero essere chiamati a workshop territoriali per condividere la loro visione del paesaggio, contribuire alla valutazione partecipata e collaborare al monitoraggio delle soluzioni implementate.
Infine, nell’affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici (come evidenziato dal recente studio fatto dalla BEI: dall’innalzamento del livello del mare alle ondate di calore, dalla siccità alle frane) l’Associazione sottolinea l’urgenza di includere scenari climatici specifici per Ischia e strategie di adattamento basate sia su opere di ingegneria lieve (frangiflutti e barriere verdi) sia su Nature-Based Solutions, come il ripristino delle fasce dunali, delle praterie sommerse di posidonia e dei corridoi ecologici terra-mare. Un sistema di monitoraggio dinamico, realizzato con il sostegno della comunità, renderà possibile misurare gli effetti di queste misure nel tempo e adattare rapidamente il Piano alle emergenze future.
In sintesi, l’Associazione Ingegneri Isola d’Ischia propone una serie di osservazioni che mirano ad un Piano Paesaggistico che sia, insieme, rigoroso nella tutela e flessibile nell’attuazione; ambizioso nelle strategie e semplice nelle procedure; innovativo nell’uso delle tecnologie e inclusivo nel coinvolgimento della popolazione. Solo integrando questi elementi sarà possibile trasformare le salvaguardie normative in azioni concrete, incisive e durature, capaci di valorizzare l’identità isolana e di preparare Ischia alle sfide del ventunesimo secolo.