revede “un costante scambio di informazioni e una reciproca collaborazione” finalizzata “a un accurato censimento di quanto trafugato nel corso del tempo” il protocollo d’intesa siglato tra la Procura di Napoli, coordinata dal procuratore Nicola Gratteri, e la Biblioteca e Complesso Monumentale dei Girolamini.
“Scopo dell’accordo – scrive Gratteri – è quello di operare, anche attraverso un’attenta disamina degli atti reperibili nei vari archivi della città di Napoli (giudiziali, documentali e fotografici), la puntuale ricognizione (ad oggi mancante) dei beni storico artistici già ubicati nella Chiesa e nella quadreria del Complesso Monumentale, ed oggetto di reiterate attività di spoliazione perpetrate negli ultimi decenni”.
“Le attività in oggetto – spiega ancora la nota della Procura di Napoli – consentiranno di avviare indagini finalizzate al recupero e alla restituzione di beni e ad accertare perduranti condotte delittuose previste dal Titolo VIII bis del codice penale”.
“Al tal riguardo – si legge ancora nel comunicato di Gratteri – le attività condotte dalla Procura di Napoli hanno da tempo evidenziato la necessità di una paziente attività di analisi, studio e confronto di archivi documentali pubblici e privati, per ricostruire la provenienza dei beni culturali e il relativo ‘percorso illegale’ nel mercato clandestino.
Le opere che verranno accertate come dispersi o sottratte illecitamente dall’Istituto – conclude la nota a firma del procuratore di Napoli – saranno inserite nella Banca Dati dei Beni Culturali Illecitamente Sottratti, dove confluiscono tutte le informazioni relative ad opere d’arte rubate”.