Cari lettori, questa settimana, per impegno preso, non mi interesserò di problematiche legate al
mio paese (S.Angelo), che purtroppo aumentano, per non dare adito a qualche lettore superficiale
di sostenere una personale contrarietà con la signora Irene Iacono (persona garbata e molto
perbene) che è cosa molto diversa dal “Sindaco di Serrara Fontana” che, come tutte le cariche
pubbliche, si presta a osservazioni e critiche (foto1).

Non certamente per il fatto se dimora a
Fontana e non a S.Angelo o per forzare, non avendone titolo, qualche suggerimento. In
alternativa, per assuefare un recondito desiderio, spenderò qualche parola per ricordare la figura
dello “strillone” – foto 2-

che compare sulla scena pubblica nazionale nella seconda metà dell’800
come venditore di giornali. Per stimolarne l’acquisto, sullo stile dei pescivendoli, lo strillone,
girando per le strade della città, urlava il titolo di un evento di cronaca che aveva destato scalpore
nella comunità. È stata una pratica andata avanti per anni, venendo poi sostituita dall’edicolante,
che ancora oggi, in talune edicole, espone in bella vista i quotidiani riportanti i fatti di cronaca più
avvincenti. E, “mutatis mutandis”, tanti strilloni, affascinati dalla comunicazione, sono diventati
giornalisti. Ruolo, molto delicato, al quale un tempo si accedeva per concorso, mentre oggi è
possibile anche per compiacenti attestazioni di pubblicazioni fatte. Con la conseguenza che, alla
nobile funzione, accedono sempre più strilloni che analisti e commentatori colti e raffinati che, ai
miei tempi scolastici, erano presi d’esempio dai professori di lettere che facevano leggere il
quotidiano in classe per apprendere di sintassi, di tecnica espositiva, del corretto uso dei verbi e
degli aggettivi. Era una pratica bella che purtroppo è andata in disuso e con essa anche la serietà
dell’informazione visto che sempre più spesso la diffusione delle notizie è appannaggio di “strilloni
di quartiere” i cui componimenti, spesso intrisi di giullare piaggeria, servono a rendere sorridenti il
somaro di turno più che ad informare l’opinione pubblica. Qualcuno si starà chiedendo cosa
c’entra lo “strillone” con il residuale. Chi segue l’informazione tanto nazionale che locale troverà
agevolmente il raccordo in quanto questa settimana, una mano birichina mi ha girato la copia di
una delibera della giunta municipale di Serrara della quale, in ossequio all’impegno, non discuterò
del merito (ci sarebbe da scrivere molto) ma della forma che, ahimè, in questo caso, diventa
sostanza. Una sostanza raggelante che, diversamente da quanto “strillato” da qualcuno, ci
consegna una realtà raccapricciante di come si intendono svolgere certe pratiche amministrative.
Per comprendere è bene innanzitutto ricordare che il dizionario della lingua italiana della parola
“residuale” dà il seguente significato: “ciò che rimane; ciò che avanza”. In sintesi un rifiuto! La
delibera in esame è la n. 94 del 6 luglio scorso avente ad oggetto “mobilità nella zona ZTL di
S.Angelo” (di cui si è discusso nelle scorse settimane) della quale mi limito al dispositivo (che il
lettore può leggere nella foto che si acclude 3-4):


“propone di deliberare, per le ragioni espresse in
premessa, di demandare al responsabile del I settore di invitare i titolari di licenze/autorizzazioni
per circolazione carrelli elettrici ad uso pubblico nella frazione di Sant’Angelo a manifestare la
propria disponibilità al trasporto di persone residuale (soggetti affetti da patologie certificate e/o
con mobilità ridotta,..donne incinte, bambini, anziani etc.) con le stesse tariffe deliberate dalla
Giunta Comunale n. 55/2022”. Non faccio commenti di lessico, di sintassi o di strutturazione di un
atto amministrativo che pur sarebbero tanti. Il significato delle parole è impietoso e consegna al
lettore non solo lo spessore culturale e di sensibilità che, certe supponenze, hanno delle persone;
ma come si intendono affrontare problematiche divenute scottanti. In sintesi: l’organo esecutivo
dispone che il vigile urbano vada a chiedere ai carrellisti se vogliono trasportare “gli avanzi” allo
stesso prezzo dell’anno precedente. Non serve aggiungere altro, nemmeno per lo “strillone di
corte”, considerando che gli sfugge persino che la balneazione a S.Angelo è stata interdetta, non
dall’Arpac, ma dal fatto che la condotta è rotta da mesi e a mezzo stampa era stato comunicato
che “i lavori al tratto terminale le cui criticità sono note, si faranno a ottobre”. Evidentemente
l’organizzazione della “saucicciata” e “la sagra delle cose buone”, di cui siamo stati informati,
assorbono molte energie lasciando ricordare a tutti noi il detto pirandelliano: “Così è se vi pare” e
l’amara poesia “Trionfo di Bacco e Arianna” in cui il poeta ricorda “Quanta bella giovinezza/che si fugge tuttavia! / chi vuol essere lieto sia/ di doman non c’è certezza”. Se non dei fallimenti in
arrivo!
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