CIRO RE, UN COMMISSARIO COI BAFFI. DI VINCENZO ACUNTO

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Nella ricostruzione degli “etimi” attribuibili al comportamento di una persona, l’appellativo “coi baffi” discende da una linguistica partorita nel mondo artigianale piemontese ove all’apprendista di un qualsiasi mestiere era proibito “portare i baffi” essendo il segno distinguente la persona che avesse capacità, prestigio e competenza.

Il dr. Ciro Re da meno di un anno si è insediato al comando dell’ufficio di Via delle Terme e, sia pur con leggero ritardo dovuto ad una mia irrinunciabile indole di verifica, riconosco, senza troppi giri di parole, che ha trasformato certe dinamiche operative dell’ufficio che, forse a torto, sembrava appiattito nella burocrazia dei tanti affari ricadenti sull’ufficio. Il cambio di passo lo si avvertì già nelle prime settimane dall’insediamento, notando per strada più veicoli dell’istituto che si spingevano anche verso la mia S.Angelo, che da anni sembrava essere diventata l’area delle “possibilità recondite”.  Poi a febbraio un piccolo trafiletto su di un giornale locale “Polizia al lavoro sul rilascio facile di domiciliazioni sull’isola”, mi determinò una diffusa gaudenzia che trattenni, speranzoso di non illudermi che si trattasse del solito “fuoco di paglia” che in genere s’accende nei cambi di rappresentazione. Non immaginavo il “crescendo rossiniano” sulle “residenze facili” evoluto poi anche in verifiche di attività illecite delle quali si sarebbero rese protagoniste talune società dedite allo smaltimento di residui fognari. Non so di cosa si tratta (sarà il tempo a dircelo) ma intuisco che finalmente sull’isola è arrivato un “investigatore coi baffi” che, senza gran cassa o sfilate d’ordinanza, sa dove mettere le mani per infrangere un sistema di connivenze di cui scrivo da tempo che, come ha scritto il prof. Mario Tozzi nel libro “Mediterraneo inaspettato” ha reso l’isola sempre più appetibile a circuiti malavitosi. Nel novembre 2022 a commento del libro del prof. Tozzi, scrissi “l’aumento dei cartelli- vendesi- sul territorio ischitano cresce di giorno in giorno …..con la particolarità che i costi delle cessioni sono in controtendenza rispetto ai principi di mercato ove, se l’offerta aumenta, il prezzo cala”.  Aggiungevo: “Come mai succede ciò? Si può ritenere che sia giunto il tempo per dedicare all’isola un’attenzione diversa? Incominciando a chiederci, visto che la residenza è -per legge- il luogo di abituale dimora, come è possibile che sull’isola d’Ischia pur esistendo tante residenze non rispondenti al principio normativo, sono lasciate incontrollate? Non sarebbe il caso che i comuni passassero a setaccio i registri anagrafici ed eliminassero, di ufficio, dopo i due canonici accessi dei vigili urbani, le residenze che non sono tali? Pur non avendo mai parlato con il dirigente il

Commissariato di Ischia, ritengo che l’attività di Polizia va finalmente verso l’indirizzo da tempo agognato e consente una riconciliazione con la funzione che sull’isola appariva vaga. Ridimensionare e riportare nella comunità il senso delle regole è diventata una priorità assoluta a qualsiasi livello; altrimenti staremo sempre e solo a parlarci addosso. Senso delle regole che deve, innanzitutto, emergere dagli uffici e dalle attività che agiscono o si sviluppano in nome dello Stato. E se, come sempre si dice, “l’appetito vien mangiando” auspico che al dr. Ciro Re ne avanzi parecchio; tante sono le maglie lasciate larghe da una politica locale sempre più in appannaggio di improvvisati alla ricerca di una occupazione. E visto che ci siamo, uno sguardo a quelli “in incubazione” non guasterebbe anche per sensibilizzare sul nascere qualche velleità di troppo. Urgono, a parere

dello scrivente, interventi di verifica su quella che è l’attività della pubblica amministrazione; soprattutto verso quelle situazioni che, proiettate verso l’esterno, determinano curiosità se non allarme. Come quelle statiche, che assistono ad edificazioni “di riguardo” in luoghi di altissimo pregio (come potrebbero essere gli scogli) e quelle, parimenti statiche, che assistono (uso lo stesso verbo) a demolizioni “di non riguardati” per piccoli ingombri pertinenziali che, per tempo, si sarebbero potuti recuperare al patrimonio edilizio generale. Al tempo degli studi, per abituarci all’habitat culturale di indirizzo prevalente, ci ripetevano gli antichi brocardi “dura lex sed lex” e “lex aequalis omnibus” che hanno fatto la storia dei principi delle regole e troneggiando ancora nei siti deputati alle verifiche. Confido, se vigenti ancora, che in quel “crescendo rossiniano” di cui ho detto prima, si passi da un RE solitario ad un SI articolato per rivederli applicati. acuntovi@libero.it