Approvato in Consiglio dei ministri il ddl sull’Autonomia differenziata, messo a punto dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. L’approvazione, a quanto si apprende, è avvenuta fra gli applausi.
Sul testo sono state apportate alcune modifiche rispetto alla bozza diramata lunedì sera.
Il Consiglio dei ministri era convocato per l’esame preliminare del disegno di legge sull’Autonomia differenziata, presentato dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. All’ordine del giorno anche il regolamento in materia di donazione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, formazione e ricerca scientifica, oltre al disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell’accordo con il Gabinetto dei ministri dell’Ucraina sulla cooperazione di polizia, fatto a Kiev il 10 giugno 2021.
“Questo provvedimento dimostra ancora una volta che questo governo manterrà gli impegni presi, la coerenza con il mandato avuto dai cittadini, per noi, è una bussola”. Lo ha detto, a quanto si apprende, la premier Giorgia Meloni dopo il varo del ddl sull’autonomia da parte del Cdm.
Secondo il ddl di 10 articoli, l’attribuzione delle funzioni può avvenire solo dopo la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni, i Lep definiti con Dpcm, entro un anno come previsto dall’ultima legge di bilancio. L’iter per l’intesa fra Regione (anche a statuto speciale) e Stato durerà almeno 5 mesi, inclusi i 60 giorni per l’esame delle Camere. Secondo la bozza di Calderoli si sarebbero dovute esprimere le commissioni, ma fra i “ritocchi” decisi nella riunione tecnica in preparazione del Consiglio dei ministri si dovrebbe optare per un atto di indirizzo votato in Aula.
LE INTESE
Le intese durano fino a 10 anni: possono essere rinnovate o terminate prima, con un preavviso (di Stato o Regione) portato da 6 a 12 mesi, per evitare disallineamenti con l’anno scolastico, in riferimento alle materie relative all’istruzione. Sono previste poi misure perequative per evitare squilibri economici fra le Regioni che aderiscono all’autonomia differenziata e quelle che non lo fanno.