Silvio Carcaterra per Teleischia:
“Sig.ri Lettori, il famigerato mese d’agosto è terminato per cui riprendiamo le battaglie per la Pet-Tac, Radioterapie e non solo. Quest’oggi vi documenterò su di un altro aspetto increscioso e vergognoso per gli ammalati, la famosa “CASSA MARITTIMA” simile al mese d’agosto ad Ischia, con la differenza che questo scempio continua nel manifestarsi incontrastato, senza controlli nell’arco dei dodici mesi dell’anno, coronato da buste e bustarelle sotto banco dalla molteplicità di amici, colleghi e marittimi in generale. Bruttissimo dover dire che ci troviamo difronte ad un aspetto diventato sempre più corrotto, dovuto ad un maledetto sistema del quale si insiste e si persevera nel volerlo seguire, e come al solito chi ne fa le spese è sempre il giusto e non il peccatore.
Un’indecenza nei confronti di chi veramente si trova a dover lottare per la vita e non di chi accusa un semplice dolore al costato. Chiaramente nessun ente preposto verifica quanto succede già da diversi anni, praticamente da sempre, per cui invito le Capitanerie di Napoli ed Ischia, Sindacati e Collegi ed enti tutti, a verificare e prendere in considerazione quanto da me scritto cogliendo l’occasione di rivolgermi al Comandante della Guardia Costiera d’Ischia, il Sig. Antonio CIPRESSO, affinché possa attuare le famose visite e controlli fiscali a domicilio per i classici furbi, ponendo finalmente fine a questo deplorevole aspetto.
A questo punto Sig.ri Lettori ho ritenuto giusto e sacrosanto rivolgermi all’Ammiraglio della Capitaneria di porto di Napoli il Sig. Pietro Giuseppe VELLA, esponendo il problema, raccontando anche il mio vissuto, gli ho scritto quanto segue:
Egr. Sig. Ammiraglio Pietro Giuseppe Vella,
mi permetto di contattarla in quanto mi trovo ad oggi a dover affrontare uno spiacevole inconveniente di salute, mi ero promesso che qualora mi sentissi meglio ed in condizioni di poterla contattare l’avrei fatto, per cui confido in lei per un consiglio.
Mi presento, sono Silvio Carcaterra, vivo ad Ischia, prima che mi ammalassi di cancro, navigavo con il Gruppo Grimaldi Napoli, a bordo ho ricoperto la qualifica di 2°Ufficiale di coperta, ad oggi Ufficiale alla Navigazione. Vengo subito al dunque cercando di essere quanto più chiaro possibile. Per mia scelta non ho mai fatto Cassa Marittima, però venuto a conoscenza da parte della mia patologia, ho ritenuto giusto rivolgermi al medico della cassa marittima ad Ischia. Il mio ultimo sbarco risale in data 08/01/2020, tutto procedeva al meglio, quando stavo per completare il mio periodo di riposo a casa, a cinque giorni dalla partenza mi capitava uno spiacevole imprevisto mi ha cambiato radicalmente la vita, il mio medico curante mi ha tempestivamente prescritto una colonscopia dalla quale è purtroppo emerso un Adenocarcinoma al colon – sigma. Chiaramente con tanto di certificato medico ho avvisato la Compagnia per la quale lavoro dicendo che ero impossibilitato a partire e che dovevo sottopormi alle cure.
Però per mia sfortuna il tutto è capitato dopo i ventotto giorni dallo sbarco e secondo la legge in vigore è il tempo massimo per sottoporsi a visita per la cassa marittima. È mia intenzione soffermarmi proprio su quest’aspetto che trovo senza fondamento e privo di senso logico perché non stiamo parlando di una semplice influenza o di un semplice dolore al costato, ma di una patologia di una certa consistenza a livello di cure ed esami da svolgere. Io a questo punto le chiedo Egr. Ammiraglio Vella, a fronte di una patologia come il CANCRO, non si dovrebbe neanche immaginare minimamente titubanze e dubbi, ma si dovrebbe aiutare il paziente perché essendo dotato di cartella, il paziente in oggetto non è in grado di lavorare, dichiarato inabile, o meglio non idoneo al lavoro e perciò ritengo giusto che venga aiutato. Vorrei tanto sapere in merito alla questione che le ho esplicitato, Lei cosa ne pensa e che suggerimento mi può consigliare venendomi in aiuto sempre che Lei sia favorevole e non contrario. In questi casi non si dovrebbero neanche prendere in considerazione i famosi ventotto giorni, la ritengo una grande presa in giro nei confronti di chi combatte per la vita, e le dirò di più se non la prendo io, chi la deve prendere la cassa marittima? Addirittura ci sono amici e tanti colleghi, marittimi in generale che per un’unghia incarnita, restano per due, tre mesi in Cassa Marittima, libretti a bordo senza che la persona sia presente, questi soggetti cercano anche di andare in pensione pur non accusando nulla di patologico. C’è da dire che in merito a questo fenomeno non esistono controlli, per cui dallo spreco che ne scaturisce, tutti se ne lavano le mani, mi auguro che nel prosieguo qualcuno ponga fine a quest’aspetto a dir poco vergognoso ed irrispettoso nei confronti di chi veramente necessita aiuto e cure, assistenza e garanzie da parte della Cassa Marittima.
La malattia purtroppo non avvisa, si presenta e basta, per cui trovo ingiusto sentirmi dire da un Dottore, dai Sindacati e da altri Enti Preposti e da chiunque altro: “la legge parla chiaro” è davvero di cattivo gusto se questa la si può considerare una legge. Vorrei tanto sapere chi l’ha scritta per guardarlo negli occhi. Malgrado tutto c’è da dire che questa patologia l’avevo addosso già da tempo addirittura da oltre due anni e mezzo, tre, come ben sapete e mi insegnate, Ammiraglio Vella noi marittimi siamo soggetti a visite, biennali, 271 ecc. e che da quest’ultime non è stato riscontrato nulla.
Ad oggi per essere sincero io percepisco una pensione dall’INPS, per l’invalidità e l’accompagnamento, temporaneo con validità di tre anni, che scadrà l’anno prossimo.
Io mi chiedo, se fosse possibile interpellando la cassa marittima e replicando le dovute informazioni del caso, se fosse possibile avere quello che non ho percepito chiaramente sottraendo il ricavato finora dall’INPS anche se sono due cose distinte e separate.
A ragion di ciò pensavo di rivolgermi presso un legale specifico nel campo marittimo, Lei cosa mi consiglia in merito?
Mi è stato suggerito inoltre di depositare il Libretto di Navigazione in Capitaneria, o di rivolgermi alla Fanimar, io mi sono rivolto ai Sindacati per avere qualche informazione sul da farsi e per l’eventuale pratica. Al che mi sono state riferite diverse cifre, siamo partiti da trentamila euro, poi pian pianino sempre a scalare, tipo ventimila, diciottomila, sedicimila, diecimila, cinquemila ed infine tremila euro.
Al che rimango interdetto, non sapendo nell’immediato che “pesci prendere” mi sono riservato di farmi risentire quanto prima. Capisco anche che l’indecisione per noi “Gente di Mare” non deve esistere, anzi dobbiamo avere la soluzione come in una manovra evasiva cioè rapida e tempestiva, però anche per questo caso, le chiedo Umilmente cosa posso fare e se rivolgendomi ad un legale ne vale la pena oppure no.
Le confesso Ammiraglio Vella che parlo a lei come ad un padre di tutti i Marittimi, una sorta di Porto Sicuro del quale potersi sempre fidare, una figura saggia nel consigliare la rotta migliore da seguire.
Credo di aver esposto tutto, per cui adesso non mi rimane altro da fare che seguire i suoi preziosi consigli, sicuro e certo in un suo pronto riscontro rimango in attesa, spero e mi scuso anticipatamente per essermi dilungato troppo.
Ammiraglio Vella, intanto Le porgo i miei più Cordiali Saluti.
Grazie
Silvio Carcaterra
2° Ufficiale di Coperta (Ufficiale alla Navigazione)
Vice Presidente APO (Ass. pazienti oncologici)
E-mail: carcaterrasilvio@gmail.com ”