GIOVANNI FLORIS È IL VINCITORE DEL PREMIO ISCHIA DI GIORNALISMO PER LA TV

Il giornalista Giovanni Floris è il vincitore del Premio Ischia di Giornalismo per la Tv, 54 anni, sposato con Beatrice, ha due figli, Valerio e Fabio. Dal 2014 conduttore di Di Martedì su la 7.
Nella sua biografia racconta come è si avvicinato alla professione di giornalista: “Con i giornali avevo avuto giusto qualche piccolo contatto appena iniziata l’Università. Per tutto il periodo dell’Università cercai di rimuovere l’idea fissa che mi inseguiva da sempre, fare il giornalista. Mi convinsi da solo che non ce l’avrei mai fatta, perché all’epoca “entrare nel giro” era veramente difficile. La tesi di laurea ed il premio Mondoperaio invece mi permisero di ottenere una sostituzione maternità all’Avanti!, e, prima ancora che il contratto terminasse, vinsi il concorso per frequentare la Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia, primo biennio. Mi trasferii in Umbria, per due anni frequentai i corsi, poi superai l’esame da giornalista. In questo periodo continuai a collaborare con un certo numero di riviste e con lo staff di Gino Giugni. Cominciò poi l’epoca dei “contrattini” Rai, uno dopo l’altro, sempre all’economico del Gr1. Ebbi così la fortuna di lavorare con direttori come Livio Zanetti, Giancarlo Santalmassi, Stefano Gigotti, Piervincenzo Porcacchia, Claudio Angelini (che poi rincontrerò alla sede di New York), Alberto Severi, Marcello Sorgi, Andrea Valentini. Colleghi come Andrea Vianello, Luca Mazzà, Filippo Nanni, Roberto Pippan, Mirella Lentini, e tanti altri. Nel 1996 arrivò l’assunzione al Giornale Radio Rai. L’azienda rispettò l’impegno preso con i vincitori del concorso di Perugia, ma a firmare la richiesta fu Paolo Ruffini, il direttore cui probabilmente devo più che ad ogni altro. Nell’estate del 2001 coprivo la sede di New York. Lì mi trovai a vivere la tragica esperienza dell’11 settembre. L’esperienza umana fu drammatica, quella professionale massacrante. Eravamo solo in tre a coprire i fatti per l’intera struttura informativa Rai. In quattro giorni (il tempo in cui riuscirono ad arrivare negli States gli altri colleghi) dormii si e no cinque ore. In seguito fui nominato “sul campo” corrispondente dagli Stati Uniti. Un anno dopo mi telefonò di nuovo Ruffini, che era diventato direttore di Raitre, e mi disse: “torneresti per fare il conduttore di prima serata? La risposta la conosciamo. Ballarò è durato 12 anni, poi sono passato a la7 dove è nato Di Martedì”.
Floris ha inoltre pubblicato diversi libri: “Una cosa di centrosinistra” (Mondadori), “Monopoli” (edizioni Rizzoli, un viaggio nell’economia italiana dei privilegi e delle caste”), “Fatti chiari“, scritto insieme a Filippo Nanni e a Pergentina Pedaccini (edizioni CDG, un manuale sul linguaggio giornalistico), “Risiko: i veri problemi degli Italiani, le finte guerre della politica”, Nel 2007 è uscito “Mal di Merito“. Nel 2008 è la volta de “La fabbrica degli ignoranti“. Nel 2009 arriva “Separati in patria”, un’inchiesta che racconta la nostra penisola, spaccata drammaticamente tra Nord e Sud. E poi in sequenza: “Zona retrocessione” (2010) sulla crisi dell’economia italiana che la classe politica continuava a non voler affrontare, “Decapitati” (2011) sulla parabola della classe dirigente italiana, che di lì a poco sarebbe stata commissariata da Mario Monti ed i suoi tecnici, e “Oggi è un altro giorno” (2013), analisi della politica che verrà. Nel 2014 Floris pubblica il primo romanzo, Il Confine di Bonetti, poi, La prima regola degli Shardana, Quella notte sono io, Ultimo Banco e ora L’invisibile.

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