Roma, 23 mag. (Adnkronos) – “Sono tragedie che colpiscono immensamente noi gente di montagna e che si potrebbero evitare con un po’ di scrupolo perché le cose non accadono mai per caso. Siamo dispiaciuti e addolorati: dovevano godersi la giornata di sole e sono morti”. Lo dice all’Adnkronos Beppe Pontrelli, Fondatore del Comitato Giustizia 3 febbraio, creato in occasione della seconda tragedia del Cermis in cui un aereo dei marines Usa della base di Aviano durante un volo tranciò un cavo della funivia provocando la morte di 20 persone.
“Per le funivie bisognerebbe usare una maggiore prudenza. Le regole della sicurezza devono essere molto rigide. Abbiamo bisogno di riflessioni anche eccedenti, non postume. Dalle immagini che ho visto mi sembra che in quella del Mottarone la fune portante ha retto ma si è tranciata la fune traente, che consente il movimento. E’ evidente che il sistema di sicurezza del freno della cabina non ha funzionato”, spiega.
Secondo Pontrelli, che nel secondo disastro del Cermis ha assistito il vetturino superstite che occupava la seconda cabina ed ha seguito il primo avvenuto nel 1976 da praticante penalista “il vagoncino a valle infatti si è fermato a pochi metri dalla stazione. In buona sostanza si è trattato di un guasto tecnico per mancato funzionamento del sistema frenante della cabina sulla fune portante”.