CAMPANIA. GIORNATA NAZIONALE BENI CONFISCATI ALLA CAMORRA, DOMENICA CONVEGNO IN CITTA’ METROPOLITANA

Campania. Domenica la Giornata Nazionale dei Beni confiscati alla camorra, Convegno in Città Metropolitana con “Libera” e i Sindaci.

Focus sulle positività e le criticità della normativa che disciplina l’utilizzo a fini sociali dei beni confiscati, con una particolare attenzione alla previsione, introdotta nel 2018 dal cd. ‘decreto sicurezza’, di poter vendere all’asta gli immobili sottratti alla criminalità organizzata. Sarà presentato per la prima volta in Campania “RimanDATI”, il report nazionale sullo stato della trasparenza dei beni confiscati nelle amministrazioni locali.
“Riutilizzo a fini pubblici e sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata”: è questo il tema del Convegno – promosso dalla Città Metropolitana di Napoli in collaborazione con l’Associazione “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” – che si terrà, in forma ‘ibrida’, domenica prossima, 7 marzo, dalle ore 10.00 nella Sala ‘Mariella Cirillo’ della sede istituzionale di Palazzo Matteotti a Napoli.
La data non è casuale: il 7 marzo si celebra, infatti, la Giornata Nazionale dei Beni Confiscati, una preziosa occasione per ricordare l’atto di nascita della legislazione nazionale sui beni confiscati, quando, il 7 marzo 1996, veniva approvata la legge 109, che introduceva il principio della restituzione alla collettività dei beni sottratti alla criminalità organizzata.
L’iniziativa, introdotta da un intervento da remoto del Sindaco Metropolitano, Luigi de Magistris, vedrà gli interventi di Enrico Panini, Capo della Segreteria politica del Sindaco Metropolitano, Anna Capasso, coordinatrice area affari istituzionali di Città Metropolitana, Luigi Felaco, Assessore ai beni confiscati del Comune di Napoli, dei Sindaci sul territorio dei comuni dei quali insistono beni confiscati, e le relazioni di Fabio Giuliani, responsabile coordinamento regionale di Libera Campania, Riccardo Christian Falcone, responsabile beni confiscati di Libera Campania ed Enrico Fontana, responsabile economia civile di Legambiente nazionale. Chiuderà i lavori Elena Coccia, Consigliera Metropolitana Delegata ai Beni Comuni e ai Beni Confiscati.

Il Convegno costituirà l’occasione per discutere delle positività e le criticità della normativa che disciplina l’utilizzo a fini sociali dei beni confiscati, con un focus particolare relativo alla previsione, introdotta nel 2018 dal cd. ‘decreto sicurezza’, di poter vendere all’asta gli immobili sottratti alla criminalità organizzata, e soprattutto per presentare per la prima volta in Campania “RimanDATI”, il report nazionale sullo stato della trasparenza dei beni confiscati nelle amministrazioni locali, realizzato da Libera con il Gruppo Abele e il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino.
La Conferenza si terrà in forma ibrida, nel senso che vedrà, nel rispetto delle vigenti prescrizioni di contrasto della pandemia, la partecipazione di relatori in presenza e di altri collegati in videoconferenza. Il pubblico potrà seguire i lavori in diretta streaming sulla pagina Facebook istituzionale della Città Metropolitana di Napoli all’indirizzo.
“RIMANDATI”
Il report, secondo ‘Libera’, è “un vero e proprio segnale di allarme: su 1.076 comuni monitorati, destinatari di beni immobili confiscati, ben 670 (il 62% del totale) non pubblicano l’elenco sul proprio sito internet; solo il 14% dei comuni (appena 56) presenta i dati in formato aperto, il formato che consente la piena fruibilità da parte dei cittadini e degli utenti; ben il 35% dei comuni non specifica tra destinazione istituzionale o sociale del riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità”.
“Tra i comuni virtuosi – continua – la città di Napoli, con 271 immobili confiscati destinati ed un punteggio, basato sugli indicatori individuati dal rapporto, pari a 76,52, a fronte di un punteggio medio nazionale pari a 49,11. In particolare, secondo il rapporto, nella Città Metropolitana di Napoli, sono 48 (su 92) i Comuni destinatari di beni immobili confiscati, mentre solo il 35.4% dei Comuni pubblica l’elenco dei beni, leggermente al di sopra della media regionale (34%)”.

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