ISCHIA, UN’ISOLA DA SALVARE. DI ANTIMO PUCA

Le catastrofi naturali inducono spesso a pensose e forse inconsciamente compiaciute geremiadi sulla punita superbia dell’uomo che pretende di dominare la natura sulla tecnica che devasta la vita. Ogni disastro è buono per criticare ogni fiducia nella tecnica e nel progresso. L’apocalisse, immaginata, nella tradizione, ora per fuoco ora per acqua adesso confusi nella distruzione, incute un brivido di spavento. Come accade spesso con lo spavento, a questo si mescolano un’ambigua attrazione e un computo monito sulla debolezza dell’ uomo e la sua mancanza di umiltà nei confronti della natura. Siamo natura. Se ci rendessimo conto che siamo con natura eviteremmo di continuare a provocare danni all’ambiente. Perché da ciò scaturisce un danno contro l’uomo stesso. Siamo vittime. Ma anche carnefici di un sistema compresso innescato dal percorso alle comodità ed al proprio tornaconto , un percorso però con conseguenze scomode alla tutela della vita umana. Ischia, perla ancora nonostante tutto incontaminata in alcuni punti, rischia la rovina e temo addirittura la trasformazione a pattumiera sul Mediterraneo proprio a causa non solo della costante incuria ma anche a causa della politica sbadata. Percorrendo a piedi la zona Cretaio noto rifiuti di pattumiera di ogni sorta, dagli elettrodomestici alle reti di materassi alle cucine alle bombole e chi più ne ha più ne metta. Mi chiedo una cosa: chi abbandona questi tipi di rifiuti “speciali”, che coscienza ha nei confronti del proprio habitat, della  casa Comune? Ogni volta imparo la vergogna, un sentimento che si accompagna alla consapevolezza e che mi fa arrossire per i tanti che continuano a macchiarsi di delitti nei confronti del Creato. E mi domando quanti tra coloro che postano foto cartolina delle bellezze isclane si facciano prendere solo dal semplice sentimento popolare,l oppure si impegnano a rettificare comportamenti spropositati ed assassini nei confronti della natura. La voce di Ischia siamo noi. Tocca a noi farci un esame di coscienza per proporci un futuro lontano piuttosto che prossimo. Aumentiamo la nostra consapevolezza. Ripuliamo in coscienza la nostra isola. Ognuno faccia il proprio, dal proprio angolo. Siamo tutti chiamati a salvarci, salvando il tutto intorno.
Di Antimo Puca

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