Milano, 9 gen. (Adnkronos) – “Crediamo fermamente che non si possa accettare che i ‘social’ siano ritenuti spazi esonerati dal rispetto dei diritti e dei principi di civiltà che regolano la nostra società: se si consente tutto, i risultati sono tanto gravi quanto di estrema attualità”. Lo afferma all’Adnkronos l’avvocato Massimo Campa, legale di Beppe e Pietro Castagna, i familiari di tre delle quattro vittime della strage di Erba (Como) dell’11 dicembre 2006, il quale si è rivolto alla giustizia per difendere l’onore dei suoi assistiti. Oggi il tribunale di Como gli ha dato ragione e ha citato a giudizio 13 leoni da tastiera per diffamazione.
I 12 commentatori e l’amministratrice di una pagina che sosteneva l’innocenza di Olindo Romano e Rosa Bazzi – condannati in via definitiva per il quadruplice omicidio -, si sono resi protagonisti “di gravi ed inaccettabili commenti apparsi su Facebook in seguito alla morte di Carlo Castagna, nonché alle puntate de ‘Le Iene’ che si sono occupate del caso”. Commenti in cui si è dato spazio “ad inaccettabili e ingiuste insinuazioni nei confronti dei fratelli Castagna”. Un “doloroso accanimento”, con frasi “che infamavano il padre e loro stessi” a cui hanno risposto con una denuncia in procura.
“I fratelli Castagna, dopo la loro drammatica perdita, non solo devono continuare a sopportare l’attenzione della cronaca a distanza di anni, ma si vedono diffamati ed accusati di essere i colpevoli. Chi scrive simili affermazioni non può non esserne chiamato a risponderne. Non mancheremo di agire in ogni sede perché insinuazioni di questo genere siano perseguite, affinché ciò non avvenga più”, conclude l’avvocato Campa.