Nell’ambito della recente maxi operazione contro la ‘ndrangheta, portata avanti dalla Guarda di Finanza di Torino, tra gli arrestati c’è anche Mario Burlò, 46 anni, presidente del Capri Isola Azzurra, società di calcio militante nel campionato di Prima Categoria, Girone B. Non vi sarebbero, però, dietro l’arresto di Burlò delle motivazioni legate alla sua presidenza della squadra caprese.
Di Burlò il gip di Torino, Giulio Corato, scrive che è pregiudicato anche se riabilitato ed è “in stretto contatto con un vertice dell’anima siciliana del sodalizio, e rapidamente apertosi ai nuovi soci calabresi…” e che appare “a oggi al centro di un’abnorme galassia di entità societarie a lui facenti capo e che appaiono scivolare con abilità estrema tra indagini giudiziarie, accertamenti amministrativi dell’Agenzia dell’entrate e segnalazioni di operazioni sospette, il tutto al fine di sottrarre all’Erario quanta più liquidità possibile”. Una “figura imprenditoriale” quella di Burlò “al crocevia dei rapporti tra le due anime” dell’organizzazione ed egli stesso, scrive il giudice, a capo di un’associazione a delinquere finalizzata “al riciclaggio, a reati fiscali e al reimpiego di capitali di provenienza illecita”.