Intesa sul 25% di quota quorum 
per i referendum.
Se questo parametro fosse stato valido nel giugno 2011 quando sull’isola di Ischia si votò per il referendum del comune unico il “si” avrebbe vinto, avendo raggiunto il 30% dei consensi.
Questa la notizia nei dettagli:
“La percentuale prevista dall’emendamento Ceccanti (Pd) presentato in Commissione Affari costituzionale – dove si discute la riforma per le consultazioni popolari – dopo aver avuto il parere positivo della relatrice Fabiana Dadone del M5S, ha trovato anche l’ok della Lega, pienamente soddisfatta dalla quota. Dal Carroccio, il capogruppo in commissione Igor Iezzi spiega all’AdnKronos come si sia di fronte a “un risultato doppiamente positivo: nella sostanza e nel metodo”.
“Da mettere a punto – spiega – c’erano il tetto del quorum, su cui avevamo presentato un nostro emendamento, già ritirato, che puntava al 33% e la modalità di approvazione della legge di riforma, che ora dovrebbe avere una maggioranza qualificata, che eviterà di bloccare le nuove norme tramite referendum”.
Sul primo punto, quello del quorum, “il 25%, così come prevede l’emendamento Ceccanti del Pd – dice Igor Iezzi – è dal nostro punto di vista ancora più ‘forte’ del 33% di quanto prevedevamo noi: è vero che si abbassa la soglia dei votanti richiesti perché la consultazione sia valida, ma ora se vanno a votare il 44% degli elettori e nelle urne i favorevoli si ‘fermano’ al 24% il referendum non passa, mentre nel caso del quorum al 33% previsto dalla Lega, con il quorum raggiunto, votando ad esempio proprio il 33% per passare il referendum avrebbe avuto bisogno solo del 17,5% più uno dei voti degli italiani alle urne”.
Per il leghista “va sottolineato che per una materia così delicata stiamo evitando errori del passato”, cioè l’approvazione a colpi di maggioranza. “Qui abbiamo votato due emendamenti dell’opposizione”, dice Iezzi. Ora “ci rivediamo con la sinistra che ha chiesto del tempo per pensarci – svela il leghista – e se tutto va bene” da giovedì “iniziamo a votare gli emendamenti in Commissione”.
“Sulle riforme il Governo del cambiamento ha sempre inteso favorire il più ampio consenso possibile” ha dichiarato in mattinata il ministro per i rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, aggiungendo: “Riteniamo doveroso ascoltare tutte le forze politiche, soprattutto di opposizione, perché la Costituzione non si modifica a colpi di maggioranza”.
Per questo “valutiamo positivamente la decisione di cancellare il quorum strutturale e introdurre il quorum approvativo pari al 25% per i referendum propositivo e abrogativo. Con questa innovazione l’impianto degli istituti di democrazia diretta ne risulterà rafforzato perché si promuove la partecipazione dei cittadini impedendo manovre astensionistiche”.
Dopo il raggiungimento dell’intesa, su Twitter, Emanuele Fiano della presidenza del gruppo Pd alla Camera, ha scritto: “In Commissione alla Camera la relatrice Fabiana Dadone (M5S) approva l’emendamento del Pd sul referendum. Il quorum dei favorevoli al quesito dovrà essere perlomeno il 25% dell’elettorato complessivo. Il Quorum zero è morto. Vittoria della nostra proposta”
