MENICO SCALA: “PER IL FLAG, LA PESCA A PROCIDA NON ESISTE”

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“Il  28 dicembre ad Ischia, nell’ambito del FLAG delle isole di Ischia e Procida, si terrà una importante iniziativa, evidentemente finanziata nell’ambito del progetto, per rilanciare il settore della pesca. Peccato che il tutto, sia nella parte dei relatori che in quella che riguarda particolari azioni, per dimenticanza o scelta, riguardi esclusivamente l’isola d’Ischia”. Lo sottolinea il consigliere di opposizione di Procida, Menico Scala.

“La cosa, al di là di un minimo d’invidia partigiana, ancora una volta, offre la chiara dimostrazione di quanto gli amministratori procidani tengono in considerazione quello che, a tutt’oggi, rappresenta ancora un settore importante per l’economia della nostra isola dando “pane” a centinaia di lavoratori. Ci fa particolare specie la mancanza della voce dell’isola di Procida proprio in considerazione del fatto che le aziende ittiche locali, in numero decisamente maggiore rispetto a quelle ischitane, sono da tempo alle prese con le difficoltà di un comparto che ha risentito particolarmente della crisi e di una legislazione, europea e nazionale, fortemente deficitaria, e proprio attraverso il Flag e i relativi finanziamenti, avrebbe potuto aver ristoro per rilanciarsi e porsi al passo dei tempi. Invece, le aziende procidane, ancora una volta, sono tenute in considerazione solo quando si tratta di fare numero e allestire tavoli (leggi Area Marina Protetta) , per il resto, ovvero sul fronte dei finanziamenti, si dovranno accontentare ed elemosinare, nel migliore dei casi, le solite briciole.

Detto questo, riteniamo invitare l’Amministrazione a sentire maggiormente, e a coordinare con le stesse aziende ittiche presenti a Marina Grande, Marina Chiaiolella e Marina Corricella, le azioni da intraprendere. A Corricella, poi, proprio partendo dal recente finanziamento di oltre 8milioni di euro (il primo di una certa consistenza che questa amministrazione può vantare in quasi quattro anni di governo dell’isola) insieme ad interventi strutturali e di messa in sicurezza, così come l’ascensore per dare la possibilità a tutti di accedere al borgo, sarebbe il caso di concertare e ridisegnare, in maniera eco sostenibile, i tanti interessi che, oramai, gravitano nella zona, ridando comunque centralità alla pesca (da qui il sostegno nei confronti di chi chiede che la Corricella diventi sito protetto dall’UNESCO). Pensiamo che sarebbe un vero e proprio sacrilegio se i tanti turisti che scelgono l’isola di Procida, ed in particolare la Corricella, dovessero pranzare o cenare con pietanze a base di pesce proveniente da mari esotici o di allevamento mentre le nostre aziende chiudono”