TRASPORTI MARITTIMI, L’AUTMARE CONTESTA LA POSIZIONE DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI NAPOLI

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Trasporti marittimi: l’Autmare esprime alcune considerazioni a seguito della nota del 16 aprile dell’Ammiraglio Antonio Basile, Comandante della Capitaneria di Porto di Napoli: “Questa volta – sostengono Nicola Lamonica, Umberto Maltese e Lina Guardascione – a sorprenderci non è l’Assessore Regionale ai trasporti Vetrella con le Sue esternazioni spesso inconcludenti, ma la Capitaneria di Porto di Napoli la quale – su di un’ingenua lettera del Presidente del Comitato Genitori Sodano, con la quale si sollecita la definizione dell’iter per il cambio di percorso della nave Caremar delle 8.20 da Ischia per Napoli anziché Pozzuoli – invece di riferire la procedura ed i tempi per una risposta esauriente e convincente, si attarda su considerazioni che attengono alla politica e in modo particolare alle competenze della Regione Campania.

La lettera di cui all’oggetto, infatti, richiama fatti e sentenze che nulla hanno a che vedere con quanto viene richiesto da Sodano e registra, ad avviso dell’autmare, un’indebita “ invasione di campo” allorquando l’ammiraglio Basile cerca di mettere in difficoltà il ricorrente con l’azzardata affermazione secondo la quale“l’attuale quadro dei collegamenti marittimi di linea a rilevanza locale garantisce comunque l’esigenze di collegamento dell’isola d’ischia con la città di Napoli nella fascia oraria interessata dalla variazione richiesta, come si evince dal riepilogo …..”.

Alla base delle considerazioni espresse, è evidente il legame con la recente Ordinanza 21/ 2015 della Capitaneria di Napoli a firma del suo comandante Ammiraglio Basile che, ad avviso dell’Autmare, è nulla ai sensi dell’art. 17 del Codice della Navigazione. La programmazione infatti è materia delegata alla Regione, mentre all’Autorità Marittima spettano funzioni di garanzia per la sicurezza; si tratta di un’Ordinanza che denuncia il processo degenerativo anche istituzionale in cui siamo caduti. L’Autmare richiama l’attenzione dell’Ammiraglio perché disponga gli atti necessari per accertare se il Piano che intende riesumare sia stato sempre attuato, con particolare riferimento al periodo invernale ed alla situazione attuale.

Per l’Autmare, dai documenti della Capitaneria di Porto emergono tre grande verità:

che ancora una volta alle aspettative si contrappongono atti cartacei che sono lì a testimoniare un ruolo istituzionale ed un efficientismo che non trovano riscontro nella realtà se è vero, come è vero, che restano difficili i collegamenti e che l’attuale mobilità marittima è oggi al suo minimo storico. Alle richieste che vengono dal basso si frappongono scritti senza senso, atti amministrativi inconcludenti, passerelle televisive ed inutili ordinanze che testimoniano un sostanziale distacco tra le istituzioni e la gente e che, di fronte al degrado in cui siamo caduti, cercano di soffocare la proposta e la protesta e di vanificare ogni legittima speranza di rinnovamento;

che la politica regionale nel settore è largamente fallimentare per scelte sbagliate se non partigiane, che trovano riscontro nei numerosi documenti dell’antitrust e negli atti della Magistratura amministrativa; siamo di fronte ad una Regione che si presenta succube di politiche altrui e che si lascia scappare ogni occasione di rilancio e che, di fronte alle indebite invadenze, non è capace neanche di esprimere un minimo di dissenso, di sano orgoglio istituzionale;

che i sindaci ed il loro fatiscente ruolo istituzionale, con politiche amministrative ancora largamente disunite e lontane dalle esigenze delle comunità locali, non ci consentono di fare un passo nella direzione giusta; continuano a mostrarsi estremamente deboli!

Alla cultura di facciata e spesso anche autoritaria che finora è emersa negli atti istituzionali, per l’Autmare occorre contrapporre quella della partecipazione e della democrazia in uno con quella della legalità e dell’efficienza: è questa la scelta vincente che ancora una volta indica l’ Autmare che richiama alla mobilitazione per superare le precarietà attuali che negano diritti e sviluppo; per avviare processi virtuosi di politica non collusiva onde sviluppare percorsi nuovi che siano di mobilità garantita e di qualità con il potenziamento della Caremar e di analoghi aggiuntivi impegni dei privati, che siano messi nelle migliori condizioni per offrire servizi nel rispetto delle regole e della competizione.

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