PARLAMENTO: VERSO LO SCIOGLIMENTO DELLE CAMERE. DOMANI L’UFFICIALITA’?

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Si terrà domani alle 11, nella nuova aula dei Gruppi di palazzo Montecitorio, la conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

E forse già domani si potrebbe procedere allo scioglimento del Parlamento. Lo farà il Capo dello Stato Sergio Mattarella attraverso la promulgazione di un decreto, dopo aver ascoltato i presidenti di Camera e Senato Pietro Grasso e Laura Boldrini. Secondo quanto prevede l’articolo 88 della Costituzione, “il presidente della Repubblica può, sentiti i loro presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse”.

Quindi la prima carica dello Stato firma il decreto (che poi dovrà essere controfirmato dal premier) per lo scioglimento delle Camere e l’annuncio ufficiale verrà dato dallo stesso Quirinale attraverso un comunicato stampa: “Sentiti il presidente del Senato della Repubblica e il presidente della Camera dei deputati, il Senato e la Camera sono sciolti”.

E anche se la data delle prossime elezioni è già ufficiosamente fissata per il 4 marzo, sarà il governo a renderlo ufficiale attraverso un Consiglio dei ministri che potrebbe svolgersi anche nella stessa giornata della promulgazione del decreto da parte del Colle.

Insieme alla data delle elezioni, il Quirinale renderà note anche la data di apertura e chiusura della campagna elettorale nonché della convocazione della prima seduta del Parlamento dopo le urne, come previsto dall’articolo 61 della Costituzione: “Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni. Finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti”.

Quindi, se verrà confermata la data del 4 marzo la prima seduta del Parlamento sarebbe entro il 24 marzo. Da quel momento si procede all’elezione dei due presidenti, che avvengono al Senato in quattro scrutini al massimo, alla Camera con votazioni ad oltranza fino a che un candidato non ottenga la maggioranza assoluta dei voti.

Nel caso in cui dalle elezioni non esca una maggioranza che consenta di governare, inizieranno i contatti tra le diverse forze politiche e, informalmente, anche con il Colle; una delle prime prove di alleanza tra i partiti è proprio l’elezione dei due presidenti di Camera e Senato.