TERREMOTO, PROF.LUONGO: “POTREBBERO ESSERCI REPLICHE EQUIVALENTI. BISOGNA ESSERE CAUTI”

Il terremoto di lunedì scorso 21 agosto 2017 registratosi sull’isola d’Ischia nella zona alta di Casamicciola Terme sarà ricordato anche per le polemiche innescate dai dati sballati diramati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che inizialmente indicava l’epicentro del sisma al largo della costa di Forio e ad una profondità di dieci chilometri rettificati poi a cinque. I dati sono stati modificati solo quando il vulcanologo di fama mondiale Giuseppe Luongo, ex Direttore dell’Osservatorio Vesuviano di Napoli, senza consultare la strumentazione necessaria e con il solo ausilio delle immagini dei crolli viste in televisione e dall’alto della sua straordinaria esperienza professionale, ha stabilito con estrema precisione la magnitudo di 4.0, l’epicentro del sisma che è piazza Maio e l’ipocentro (cioè la profondità del terremoto) che è a una profondità di un chilometro e settecento metri. In effetti il sisma, al contrario di come era stato asserito, non si è verificato a mare ma sotto le case crollate. A Casamicciola, presso l’”Hotel Marina 10”, abbiamo incontrato e intervistato proprio il Professor Luongo. “Dopo il terremoto – ha dichiarato davanti alla nostra telecamera il luminare della vulcanologia – sono stato subito contattato dalle persone che conosco perché preoccupate. Il primo comunicato parlava dell’epicentro a tre chilometri a largo di Forio e a dieci chilometri di profondità. Si trattava di dati chiaramente sbagliati soprattutto per la profondità. Bisogna sottolineare che inizialmente le localizzazioni vengono fatte in automatico. Poi naturalmente deve intervenire un operatore che non è intervenuto. Io sono stato zitto e ho aspettato i dati dell’Osservatorio Vesuviano che ha un po’ aggiustato il  tiro ma non completamente. Poi è stato il tormentone relativo al rapporto magnitudo/danni per il quale sono uscite fuori una serie di sciocchezze scientifiche. E questo è un tema fondamentale perché se noi non abbiamo un dato corretto e il dato scorretto diventa storico, questo inciderà sulle nostre interpretazioni e quindi sulle nostre scelte di sicurezza perché se si sbaglia la partenza, si sbaglia tutto il resto. Io ho cominciato a muovermi già il giorno dopo per cercare di indirizzare gli operatori in questa direzione ma purtroppo i dati che avevano consigliavano altre scelte. Poi è evidente che ci hanno ripensato, hanno messo in moto altre analisi ed altre elaborazioni ed è venuto fuori quello che doveva venire fuori. E cioè che non poteva essere più profondo di due chilometri ed è così perché ci sono condizioni fisiche invalicabili e questo lo dice la letteratura scientifica mai contrastata su questo. Io devo riconoscere che hanno avuto il coraggio di ritornare sui loro passi. Questo lo sto dicendo perché è veramente così in quanto è la prima volta che in un dibattito di questo tipo si torna indietro. Altre volte si è chiuso così ed è rimasto il dato scientifico sbagliato. E’ stato un terremoto come quelli che si sono verificati nel passato. Un terremoto con minore energia rispetto a quelli del 1881 e del 1883 e probabilmente quasi simile a quello del 1828”. Alla domanda se la scossa potrà ripetersi, l’ex Direttore dell’Osservatorio Vesuviano ha risposto: “Poteva essere peggio. Ci potrebbe essere ancora un’energia simile, ma un’energia simile non produrrà effetti maggiori visto che l’area più colpita è chiusa in questo momento. Generalmente la storia ci dice che non ci sono repliche forti. Però potrebbero esserci repliche equivalenti anche in tempi relativamente brevi. Questo c’è lo dice la storia. Nel 1881 e nel 1883 ci sono stati due terremoti, il secondo più forte del primo. Con questo – ha concluso Giuseppe Luongo – non voglio lanciare un messaggio negativo, però bisogna essere cauti”.

 

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