CAPRI, SINDACO DE MARTINO: “L’ISOLA RISCHIA DI ESPLODERE”

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«Il numero chiuso? Noi non ci vorremmo arrivare, ma se proprio ci metteranno con le spalle al muro, ci penseremo molto seriamente»

Il sindaco di Capri, Giovanni De Martino, ha registrato i minuti di distanza tra uno sbarco e l’altro e segnalato le «violazioni». Ha puntato delle micro-camere sulle banchine dell’isola azzurra, sulle migliaia di passeggeri imbottigliati e sui turisti in coda anche un’ora alle funicolari, ai bus o ai taxi. Poi ha preso il dossier e ha scritto al prefetto.
«La Capitaneria non può fare finta di nulla. Non più. Nella fascia oraria di punta, abbiamo visto che in appena otto minuti, ad esempio tra le 9.51 e le 9.59, arrivano da Sorrento a Capri tre grossi traghetti che scaricano a terra tra le 600 e le 800 persone: e questo in barba a una vecchia disposizione che dilazionava gli arrivi, di almeno 10 minuti l’uno dall’altro. Di fronte a questa mancata gestione, come si fa a evitare la crisi? La funicolare può portare solo 70 passeggeri, ogni venti minuti. Ciascuno dei nostri bus ha solo 25 posti. Vogliamo davvero che Capri esploda?», protesta De Martino.
L’ingegnere civile, eletto nel maggio 2014, ha sempre sognato di arginare le invasioni di massa verso Marina Grande, perché «un posto di paradiso non può non essere, per sua natura oltre che per il rispetto dei visitatori, eco sostenibile ».
«Abbiamo chiesto aiuto anche ai sottosegretari del Mibact, Ilaria Borletti Buitoni e Dorina Bianchi — aggiunge il sindaco — Abbiamo instaurato contatti con Venezia, con le Cinque Terre. Non si può accettare che la bella stagione si trasformi in un suicidio dei servizi per tutti». Così a Capri è iniziata la diatriba tra il sindaco e l’ufficio circondariale marittimo. Quest’ultimo, dal canto suo, ha sempre replicato: sicurezza e ordine sono garantiti anche in tutte le concitate fasi delle operazioni, specie nel weekend dell’assalto selvaggio. «Garantiti? — obietta De Martino — Dalle immagini che abbiamo girato, per alcune ore, sono invece evidentissimi i disagi». Per il sindaco restano sotto accusa, le «ripetute» trasgressioni a quell’ordinanza del 1999, emessa dalla stessa Guardia Costiera, che obbligherebbe traghetti e aliscafi a rispettare una distanza di almeno dieci minuti tra un arrivo e l’altro. «Una norma che, nella sua semplicità, comunque allevierebbe l’impatto oggi intollerabile, e resta invece disattesa», sottolineano a Palazzo. «Passeggeri in attesa che rischiano di essere colpiti da una passerella durante le operazioni di attracco, bambini o cani che rischiano di cadere in mare, per non parlare dei disagi diffusi, delle attese estenuanti perfino ai taxi, che è un mezzo per pochi. Figuriamoci ai bus». Al prefetto di Napoli, Carmela Pagano, che ha convocato una riunione ad hoc — otto giorni fa — e ascoltato a lungo le ragioni del Comune di Caprie la difesa della Capitaneria, non è rimasto che aprire un tavolo tecnico dove provare a gestire il braccio di ferro tra primo cittadino e ufficio marittimo. Anche la Regione, con i suoi funzionari, è chiamata a dare una mano. «Il numero chiuso? Noi non ci vorremmo arrivare», allarga le braccia De Martino. «Ma se proprio ci metteranno con le spalle al muro, ci penseremo molto seriamente».

Fonte: La Repubblica