BORRELLI: “FLOP PER IL REFERENDUM SUL COMUNE UNICO”

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Flop per il Referendum sul comune unico a Ischia. Borrelli e Simioli: “il solito metodo Caldoro che assieme al Senatore de Siano fanno tanti annunci e poi non realizzano quasi mai nulla. Già nel 2011 gli stessi amministratori fecero fallire lo stesso referendum con un mezzuccio a nostro avviso deplorevole”. Manca il numero legale e la seduta del consiglio regionale viene aggiornata. All’ordine del giorno, il famoso referendum per il comune unico dell’isola d’Ischia. in apertura dei lavori, il capogruppo di Ncd Ugo de Flaviis ha chiesto la verifica del numero legale. Verificata l’assenza in aula dei consiglieri necessari, la seduta è stata aggiornata ed è stato convocata ad horas la conferenza dei capigruppo per decidere sul prosieguo dei lavori. Al termine della riunione, il vice presidente del consiglio regionale, Biagio Iacolare ha comunicato che il consiglio si riunirà nuovamente mercoledì prossimo 4 febbraio dalle 11 alle 15.

“E’ molto probabile che alla fine il Referendum non si farà più – spiegano Francesco Emilio Borrelli dei Verdi e Gianni Simioli della radiazza – perchè dovremmo essere oramai fuori tempo massimo per indirlo. Un altro straordinario successo del Governo Caldoro che a nostro avviso tutto annuncia e quasi nulla realizza e del suo fido senatore ischitano Domenico de Siano che un giorno dovrà spiegare ai suoi concittadini cosa ha realizzato durante i suoi lunghi mandati da consigliere provinciale, regionale e parlamentare anche svolti contemporaneamente con cumuli di incarichi impressionanti. Vogliamo ricordare che il primo il referendum regionale sul comune unico ad Ischia si tenne già nel 2011. La Regione Campania anche in quella occasione si è assunse una enorme responsabilità nel non accorpare i referendum locali a quelli nazionali sul nucleare e sull’acqua pubblica a differenza, ad esempio della Lombardia, che uniì le consultazioni referendarie di Milano a quelle nazionali. Una scelta che ha comportato una spesa di oltre 600mila euro che ,a nostro avviso, furono un danno all’ erario e su cui chiedemmo di intervenire in modo durissimo alla corte dei conti”.