QUALE FUTURO PER I MARITTIMI DELLA CAREMAR? IL SINDACATO ORSA SUL PIEDE DI GUERRA

La caremar è stata privatizzata, ed i suoi effetti già si sono fatti sentire…Il nuovo rapporto tra armatore e dipendenti è dettato da nuove regole, sancite da patti precisi, sottoscritti dai principali sindacati, ma contestati dagli altri.

E’ infatti l’Orsa a rinnegare l’accordo sottoscritto tra le parti il 23 febbraio; un accordo al quale loro non partecipano, perchè definito “capestro” e riduttivo per i lavoratori marittimi della società. “Non si spiega perchè l’Orsa, che rivendica la maggiore rappresentanza tra i lavoratori della caremar, non venga presa in considerazione o addirittura non vegna convocata quando si tratta di stilare patti bilaterali”, commenta nicola lamonica.

Per l’energico professore dell’autmare, il nuovo contratto riporta indietro di decenni e sconfessa una serie di conquiste ottenute nel corso degli anni dai lavoratori, riportando il manico del coltello nelle mani della società armatrice.

E le prime avvisaglie sembrasno essere già emerse, allorquando la società ha avvisato i comandanti delle navi della imminente ispezione as bordo, avvertendo sull’atteggiamento da assumere con gli ispettori, pena il “quantum” di fine anno.

Ma una notizia positiva sembra esserci: si sta mettendo mano al naviglio, presto una nave veloce sarà pronta, stessa cosa dicasi per la manutenzione degli aliscafi. “In effetti c’è da registrare anche un aumento di passeggeri a bordo dei mezzi caremar, oltre al fatto che col maltempo sono sempre le navi caremar a solcare i mari”, come sottolinea iolanda conte.

E la politica? La politica deve fare la sua parte e , manco a dirlo, secondo gennaro savio, deve prendere a suo carico le istanze dei lavorastori e degli utenti, mentre finora ha solo dimostrato di essere asservita al potere padronale degli armatori.

L’Orsa intanto sta andando avanti, in questi giorni ha incontrato capitaneria e regione: entro fine mese, indirà un referendum tra i lavoratori caremar per scongiurare l’applicazione dell’accordo sottoscritto il 23 febbraio.

Solo dopo si potrà riprendere a discutere, ad armi pari e senza sotterfugi…

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