CONCESSIONI BALNEARI, A FEBBRAIO LE INDICAZIONI DELLA CORTE EUROPEA

 Una prima indicazione del parere della Corte Ue sulla legittimità o meno delle proroghe delle concessioni balneari in Italia è attesa per il 25 febbraio 2016. E’ infatti prevista per quella data, ha annunciato l’avvocato generale della Corte di Lussemburgo Maciej Szpunar al termine della prima udienza, la presentazione delle sue conclusioni. Queste non sono vincolanti rispetto alla sentenza finale – che in media dovrebbe arrivare nei 2-6 mesi successivi -, ma molto spesso ne viene seguito l’orientamento. L’esame della causa sul rinnovo delle concessioni demaniali ha preso infatti ufficialmente il via oggi a Lussemburgo, con la prima udienza in cui sono state esposte le ragioni delle parti. Il caso è approdato alla Corte Ue su iniziativa del Tar della Lombardia: al centro del contenzioso, l’applicazione della direttiva Bolkestein che obbliga a indire gare per la concessione di aree demaniali come quelle occupate dagli stabilimenti balneari in riva al mare, a laghi e fiumi. Nello specifico, la causa è nata quando la società Promoimpresa ha chiesto al Tribunale amministrativo regionale della Lombardia di annullare la decisione con la quale il consorzio dei comuni della sponda bresciana del Lago di Garda ha respinto la richiesta di rinnovo della concessione per un’area demaniale di poco più di 200 metri quadri su cui si trovano un chiosco-bar, una veranda, bagni, banchina e pontile. E soprattutto della delibera con cui la giunta regionale ha stabilito che le concessioni demaniali possono essere rilasciate solo con gara, ovvero a seguito di “una apposita procedura di selezione comparativa”. Il Tar lombardo si è quindi rivolto alla Corte Ue chiedendo di stabilire se i principi della libertà di stabilimento, di non discriminazione e di tutela della concorrenza sanciti dal Trattato Ue comportino il divieto di emanare una norma nazionale che determini la reiterata proroga del termine di scadenza della concessione di beni del demanio marittimo, lacuale e fluviale. L’opinione dell’avvocatura generale e poi la sentenza della Corte di giustizia saranno quindi determinanti per capire se e come le concessioni balneari potranno essere prorogate.

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