I versi della bellissima canzone napoletana di Tagliaferri e Valente, “Passione”, recitano “è nann’ ce pienz’ e nann’, ca stucchie nun ponn’ chiù pace truvà”,sembrano attagliarsi perfettamente (sia pur per diversa sofferenza) all’eccidio che dal 24 febbraio dello scorso anno si perpetra in territorio ucraino.
Tanti segnali avevano preceduto l’evento e tutti erano stati trascurati o sottovalutati con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti: “milioni di morti”, “città e paesi distrutti”, “fame e disperazione ovunque”. La guerra è diventata uno spettacolo che decine di cronisti ci offrono sia in televisione che in radio dalle prime luci dell’alba fino a notte fonda. Allo scoppio della guerra, con “ferocia risposta” i governi occidentali diramarono sanzioni economiche alla Russia di Putin, prevedendo un tracollo entro pochi mesi (che non vi è stato); di poi, con particolare enfasi divulgativa, hanno inviato armi di difesa che, stando alla propaganda, avrebbero dovuto neutralizzare gli attacchi degli invasori che, però, continuano imperterriti a distruggere e a uccidere. Il signor Zelenski (lo stesso che prima dell’invasione bombardava le minoranze russofone residuate -dalla disgregazione dell’unione sovietica- in parecchi territori, geograficamente ucraini) è rimasto al suo posto e tutti i giorni, in abbigliamento da soldato, stranamente a mezze maniche per quelle latitudini, è in televisione ed è diventato come la “Madonna Pellegrina”, in giro per il mondo a chiedere armi. C’è mancato poco che partecipasse anche al festival di Sanremo ove avrebbe potuto acquisire l’unica arma col colpo in canna; quella della passione tra Fedez e Rosa Chemical. Armi che, oltre a non risolvere il conflitto, stanno indebitando pesantemente quel paese e non oso pensare quanti anni gli ucraini dovranno lavorare per pagare le forniture militari che stanno ricevendo. Armi che, si noti, non devono varcare il confine (evidentemente per non disturbare dall’altro lato) e devono fare morti e distruzioni solo in territorio ucraino, ove l’unica attività che progredisce è quella dei necrofori. Se non fosse per la tragedia che vive un “popolo innocente” mi vien da dire che siamo di fronte ad una pagliacciata gigantesca che si sta consumando sulla pelle di milioni di persone senza colpe. Pagliacciata che diventa intollerabile quando ad una dichiarazione di buon senso “al di là di fornire assistenza e supporto all’Ucraina bisogna creare le condizioni per parlare di pace”, si scatena un vespaio di reazioni stizzite. E, stranamente, il primo a mostrarsi “stizzito”
è ilsignor Zelenski che ha detto “chi parla così è perché non ha avuto la sua casa distrutta dalle bombe o i suoi parenti uccisi dalle esplosioni”, che ha fatto “sponda di stizza” con un rappresentante del partito popolare europeo che ritenendo grave l’invito a “parlare di pace” ha annullato un incontro politico già fissato in Italia, ove il ronzare delle “stizze”, più irritate di altre, hanno raggiunto picchi indescrivibili tra i così detti “politicamente corretti”. La circostanza, oltre ad un movimento viscerale, mi ha determinato l’interrogativo sul se siam di fronte a statisti o a pazzi che rumoreggiano parole “dal sen sfuggite che richiamar non vale” o ad altro. Considerato che manco il Padreterno ascolta il suo rappresentante che, in pantofole di pelle morbida, grida in finestra il suo dolore “per i fratelli ucraini massacrati da una guerra pazza” che fa pendant col mio dolore che “dal divano di casa, col riscaldamento in funzione, col piatto in tavola e gli affetti intorno” dico, pure io, che la guerra è pazza. Credendo di salvarmi la coscienza!! Mi chiedo, ripetutamente, se c’è una cura e un medico che possa curare i pazzi che, come insegna anche Eduardo in -Uomo e Galantuomo- “vanno contrastati altrimenti ne approfittano”, in quanto la storia delle guerre ci insegna che mai un aggressore s’è ritirato se non sconfitto sul campo. E, visto il rapporto di forze, ne viene da sé che,
sul campo, l’invasore russo non potrà mai perdere, tranne se non finirà le munizioni e gli invasi continueranno a sparare. L’altra opzione, quella di risposta militare nel territorio dell’invasore, non è scrutinabile visto che la minaccia del ricorso all’arsenale nucleare fa paura a tutti. Occidentali compresi. Per cui è legittimo chiedersi “in che modo può giungere a termine un conflitto se nessuno fa un passo e si mortificano persone per aver detto che -oltre all’aiuto bisogna trovare una strada per la pace-”. Il 6 marzo 2022, a pochi giorni dall’invasione dell’Ucraina, pubblicai un pezzo dal titolo “dove stiamo andando” che, apparendo visionario è risultato, purtroppo, tremendamente reale. Chi ne ha voglia può trovarlo su https://m.facebook.com/story.php?storyfbid=pfbid0ooXKdawy1T3Yf32RnQ5yY1qQbHgLAvrEXSDtr5BpeP5ZeTGq ETgT8tqt
RvYwpuUTl&id=100063545502024.
In un passaggio scrissi “Chi non pensa che il Santo Padre, in limine, potrebbe far sentire, in modo
forte, la voce della cristianità? Potrebbe prendere coraggio e recarsi da Putin per intimargli a muso duro di fermare le ostilità. Chi lo ostacolerebbe? Putin che farebbe? Lo ascolterebbe o gli riderebbe in faccia visto che è pazzo? A quel punto potrebbe anche prevedere una reazione estrema estraendo dalla sua tonaca, che nessuno gli avrebbe controllato, una pistola e sparargli in fronte.
Si fermerebbe ogni cosa e salverebbe il mondo. Correrebbe il rischio di essere ammazzato? Il rischio c’è. Troverebbe il coraggio ricordando che anche Gesù Cristo sapeva del rischio che correva e per salvare l’umanità non esitò ad andare incontro alla crocifissione. A fronte di un gesto del genere le porte del regno dei cieli si aprirebbero, il suo successore lo farebbe Santo subito e passerebbe alla storia in un mondo che gli sarebbe eternamente grato avendo salvato l’umanità da una possibile guerra nucleare”. Sicuramente le mie erano fantasticherie di un “visionario di paese” che, però, mai dimentica che un grande Papa del passato, per salvare una “vita umana”, in un frangente drammatico per la nostra Nazione, non esitò a dire
alle brigate rosse “Vi prego in ginocchio liberate l’onorevole Aldo Moro, non tanto per motivo della mia umile
intercessione ma per umanità”. Nella vicenda Ucraina i numeri sono abbondantemente diversi e non essendo bastata la sola preghiera, purse da cosi alto scranno, penso che andrebbe tentata altra sortita. Senza ulteriori tentennamenti considerato che, in ogni caso, il protagonista passerebbe alla storia.
Potrebbe essere utile, per trovare un suggerimento, anche una visione del film “The Young Pope”, magistralmente interpretato da Jude Law, nei panni del pontefice che rompe tutti gli schemi tradizionali e da Silvio Orlando in quelli del cardinale Voiello, che, senza successo, spinge per restare attendisti secondo tradizione.
Purtroppo non c’è più molto tempo e tutti quelli che, come me, hanno figli maschi, in età da militare, non possono continuare a stare silenti di fronte al precipizio che s’avvicina. Ben consci, come diceva Eduardo, che “i pazzi vanno contrastati altrimenti ne approfittano”. acuntovi@libero.it