GUARDIA DI FINANZA. BAD-COMPANY: 6 ARRESTATI, 35 INDAGATI, 7 SOCIETA’ COINVOLTE E SEQUESTRI PER 40 MILIONI DI EURO

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La notizia che ha scosso l’isola d’Ischia nella giornata di ieri con la maxi operazione della Guardia di Finanza, è frutto di un’articolata indagine che giunge ai suoi risultati dopo anni di verifiche su operazioni fittizie di varie società e numerose persone coinvolte. Infatti sono ben 35 gli indagati in merito a fallimenti societari pilotati con la regia dell’anziano ed esperto commercialista, Alessandro Gerolmini, con la compiacenza degli imprenditori titolari delle società da “portare a morte assistita” e la complicità di militari della Guardia di Finanza, pronti “a chiudere un occhio”. E’questa  l’ipotesi d’accusa alla base dell’indagine ‘Bad Company’ della Procura di Napoli Nord e della Guardia di Finanza di Napoli che ha portato in carcere per corruzione due finanzieri delle Fiamme Gialle in servizio proprio a Napoli, e ai domiciliari – per l’eta’ piuttosto avanzata – del noto commercialista 77enne Alessandro Gelormini, e di tre imprenditori responsabili delle società indebitate con il Fisco i cui fallimenti – secondo gli inquirenti – sono stati pilotati proprio per evitare ai titolari di dover pagare somme cospicue di tasse e imposte mai versate. Si tratta dell’ex armatore Nicola D’Abundo, e gli imprenditori Domenico Truda e  Alfonso Petrillo. Sette le società sequestrate.

Secondo le indagini degli inquirenti, il ruolo principale lo ricopre la Eg Holding Srl che ha la partecipazione di un’altra società, la Castelli di Ischia, tra cui figura a patrimonio anche il maschio del Castello Aragonese, chiuso da oltre 30 anni, in attesa di ristrutturazione. Il sequestro riguarda soltanto quote di circa 20 milioni di euro.Il castello aragonese, di proprietà dei Mattera, resta comunque aperto al pubblico. Le altre società avocate dallo Stato sono la Servizi Srl, un’immobiliare di Roma con un valore di quasi 4 milioni di euro e la Tragara Srl a cui è stato sequestrato un immobile del valore di 3,6 milioni a Capri. Ingente il sequestro effettuato per le quote societarie di Castel Porrona, un hotel di lusso in provincia di Grosseto con un valore di oltre 13 milioni di euro. Ed inoltre la Work Company srl, la Dafin spa, la Ital Luce e la Samir, tutte società coinvolte in operazioni poco chiare con l’obiettivo di avvantaggiare le società “fallite”.

I reati contestati a vario titolo sono la corruzione e la bancarotta fraudolenta. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Napoli Nord.

L’inchiesta e’ un filone di quella – poi finita per competenza alla Procura di Roma – che ha riguardato il giudice della sezione fallimentare del tribunale di Napoli Nord e di quella di Santa Maria Capua Vetere Enrico Caria, finito agli arresti domiciliari ad aprile scorso con l’accusa di aver veicolato nomine di consulenze in cambio di favori.

I pm di Napoli Nord, coordinati dall’aggiunto Domenico Airoma, avevano iniziato ad indagare sul presunto giro d’affari illecito connesso ai fallimenti societari, scoprendo il business che se ne celava dietro; quando è emerso il coinvolgimento di Caria, le carte sono passate a Roma, mentre ad Aversa la Procura di Napoli Nord ha continuato ad indagare sul filone locale, scoprendo il ruolo di primo piano che sarebbe stato rivestito dal noto commercialista napoletano Gelormini per tutta una serie di fallimenti di grosse società, già peraltro indebitate soprattutto con il Fisco.

Il compito del professionista era di ridurre sensibilmente, per gli imprenditori titolari delle società, il quantum da pagare all’Erario, che spesso restava con un pugno di mosche in mano.

Il commercialista cercava di tenere i suoi clienti anche al riparo da conseguenze penali; per far questo non si esitava a pagare una mazzetta a due finanzieri del Comando Provinciale di Napoli. Le indagini inoltre hanno fatto emergere che parte delle mazzette da distribuire, non venivano elargite, bensì erano trattenute dallo stesso commercialista. Ed ora si attendono gli interrogatori per le indagini preliminari. L’avvocato Tuccillo, difensore di Nicola D’Abundo, infatti è riuscito  ad ottenere la fissazione dell’interrogatorio del suo assistito già per domattina, dinanzi al gip Barbara del Pizzo.

E di certo la vicenda, che presenta ancora molti lati oscuri, inizierà ad avere contorni sempre più chiari.