(Adnkronos) – In occasione della rielezione di Napolitano, “i leader politici andarono in processione al Quirinale per chiedere al Capo dello Stato di accettare in via eccezionale la ricandidatura – ricorda inoltre Giuffrè – Fatto altamente improbabile adesso. Non so – osserva – se in questa occasione ci saranno le condizioni per una analoga unanime richiesta. Lo ripeto, ci sono pezzi di maggioranza che vogliono andare alle elezioni e altri che, invece, guardano con preoccupazione al voto”.
A rendere ancor più improbabile un mutamento di indirizzo del Capo dello Stato è, secondo il professore di Catania, anche “la sensibilità personale e il modo diverso di interpretare il ruolo della Presidenza della Repubblica da parte di Sergio Mattarella rispetto a Giorgio Napolitano. Quest’ultimo ha agito da ‘garante attivo’ di fronte ad uno scenario instabile, con interventi che, in certi momento, sono apparsi quasi di guida e indirizzo (sebbene di indirizzo ‘politico-costituzionale’. Il Presidente Mattarella, invece, sembra aver interpretato in senso più classico il suo ruolo di ‘garante’.
“Ricordiamo, infatti, le parole severe e il manifesto disappunto che ha inteso esprimere allorché i partiti non sono riusciti a trovare valide alternative dopo il mandato esplorativo conferito al Presidente della Camera Roberto Fico. Solo in quel momento – conclude il costituzionalista – il Presidente Mattarella ha preannunciato l’iniziativa che ha portato alla nomina di Mario Draghi come nuovo Presidente del Consiglio”.
(di Roberta Lanzara)