Roma, 16 apr. – (Adnkronos) – All’Italia potrebbe servire almeno un decennio prima che il suo debito pubblico torni al livello pre-pandemia pari al 135% del Pil e, una volta raggiunto questo obiettivo, servirebbero altri dieci anni per scendere al 100%, anche in scenari ottimistici. E’ la valutazione dell’agenzia Fitch in un report in cui esprime preoccupazione sulle ripercussioni dell’aumento del debito pubblico legato alla pandemia.
Molti paesi nell’Eurozona – ricorda l’agenzia – avevano portato avanti un consolidamento fiscale sostanziale e continuativo dopo la crisi del 2012. In alcuni di questi tuttavia, era emersa una ‘stanchezza da risanamento’ per lo sforzo compiuto nel riportare il disavanzo al di sotto del 3% del Pil. Fitch evidenzia come gli ultimi due decenni hanno dimostrato che le attuali regole del Patto di stabilità e crescita “sono troppo complesse, mancano di trasparenza e in alcuni casi non se ne può garantire il rispetto”.
Nello scenario post-pandemia, quindi, con livelli di debito molto più alti rispetto al passato “la credibilità dei singoli percorsi di aggiustamento degli Stati membri sarà cruciale, in quanto potrebbe avere un impatto significativo sull’intero quadro di bilancio”: e, conclude l’agenzia, se alcuni paesi non riuscissero a “progettare e attuare regole di bilancio credibili” questo “potrebbe aumentare le pressioni al ribasso sui rating sovrani in un contesto di livelli elevati di debito pubblico”.