Roma, 30 nov. (Adnkronos) – ‘Per carità, non farmi gli auguri in anticipo’. Gianfranco Vissani compirà 70 anni il prossimo 22 novembre e, parlando con l’Adnkronos, mostra il suo lato scaramantico assieme a quello umile: un aspetto del suo carattere, quest’ultimo, a cui non siamo certo abituati pensando al vulcanico e spesso irriverente chef di Baschi. ’70 anni di vita e di attività che ho portato avanti con gioia e dolori, come qualsiasi storia d’amore’, racconta il patron di Casa Vissani, che non nasconde una vena malinconica pensando all’azienda creata negli anni ’60 dai genitori, ‘portata avanti sasso dopo sasso, con grandi sacrifici, da mio padre e da mia madre e in seguito da me’.
‘Ho accettato la sfida di restare qui ‘ rivela – in questo piccolo paese dell’Umbria da cui sono scappati tutti dopo che l’Enel realizzò il lago artificiale di Corbara. Ma sarei potuto andare in America, dove c’era il lusso sfrenato, dove aprono mille locali al giorno e – è vero – duemila ne chiudono, ma sono sicuro che lì avrei avuto successo. Ma poi ho deciso di restare nell’azienda di famiglia e di non abbandonarla, di coltivare la tradizione, proprio come un contadino. Il mio lavoro ‘ aggiunge – è stato quello di innovare la cucina regionale’.
Fra i piatti che ha rivisitato nel corso della sua lunga carriera, Vissani ne ricorda con affetto alcuni legati alla sua infanzia, come ‘la pizza cotta sotto la cenere con i broccoletti e la salsiccia, davvero irraggiungibile, la frittata con le cipolle che mi preparava mia mamma, il coniglio fritto e infine, d’obbligo la domenica, la bistecca di vaccina che mio padre cucinava sulla brace… e poi le paste che mia nonna portava per dessert e che da bambino aspettavo con trepidazione’.